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Autostima e disabilità: come nasce e come si rafforza

La percezione di sé è un elemento fondamentale per la qualità della vita e l’autostima di ogni individuo. Nelle persone con disabilità, questo aspetto assume una rilevanza ancora maggiore, poiché si intreccia con dinamiche psicologiche, sociali e culturali complesse. Comprendere come la persona disabile vive la propria identità, quali ostacoli incontra e quali strategie può adottare per rafforzare il proprio benessere psicologico è essenziale per promuovere una società più inclusiva e consapevole. In questo articolo analizziamo le principali problematiche legate alla percezione di sé nelle persone con disabilità, le soluzioni possibili e alcuni casi positivi di empowerment e autodeterminazione.

Le principali problematiche nella percezione di sé

Il peso dello sguardo altrui e lo stigma sociale

Uno dei primi ostacoli che una persona con disabilità deve affrontare è lo sguardo degli altri. La società, pur dichiarando a parole apertura e solidarietà, spesso manifesta disagio, imbarazzo e impaccio nei confronti della disabilità. Una recente ricerca SWG per Sanofi ha rilevato che, nonostante quattro italiani su cinque abbiano esperienza diretta o indiretta con la disabilità e uno su cinque abbia un familiare disabile, il 50% degli intervistati dichiara di provare disagio e impaccio di fronte a una persona disabile. Più di un italiano su tre, e quasi uno su due quando si parla di disabilità psichica o cognitiva, non sa come comportarsi in queste situazioni.

Questo dato evidenzia quanto la relazione tra disabilità e società sia ancora fragile e poco consapevole, alimentando stereotipi e barriere invisibili che condizionano profondamente la percezione di sé della persona disabile. La scarsa conoscenza della disabilità contribuisce a considerare le persone disabili come svantaggiate sotto vari aspetti, soprattutto a livello educativo, formativo e professionale. Tuttavia, la percezione che la persona con disabilità ha di sé e della propria condizione può essere molto diversa da quella che la società le attribuisce.

Impatto psicologico e vissuti emotivi

Un autostima stabile nella persona disabile si costruisce anche attraverso un percorso psicologico spesso complesso. L’accettazione del proprio deficit, la consapevolezza dei propri limiti e la necessità di integrarli in una nuova immagine di sé sono processi delicati, soprattutto durante l’adolescenza. In questa fase della vita, la precaria sicurezza di sé e del proprio valore può essere ulteriormente indebolita dalla presenza della disabilità. Sentimenti di vergogna, rabbia e bassa autostima complicano i rapporti con i coetanei, portando spesso a chiusura, isolamento o, al contrario, a comportamenti oppositivi e di sfida.

L’adolescente disabile avverte il bisogno di svincolarsi dalle abitudini assistenziali dell’infanzia, ma allo stesso tempo si scontra con la realtà dei propri limiti. La mancata accettazione della disabilità può portare a negare la realtà, con conseguente isolamento sociale e difficoltà nell’instaurare relazioni autentiche. La psicoterapia, in questi casi, aiuta ad affrontare la dimensione della vergogna e del segreto, favorendo una presa di coscienza realistica e una maggiore serenità.

Infantilizzazione e violazione dei confini personali

Un’altra problematica frequente è l’infantilizzazione della persona disabile da parte dei normodotati. Spesso si tende a trattare l’adulto disabile come un bambino, con atteggiamenti eccessivamente premurosi, solleciti o addirittura invadenti. Questo fenomeno si manifesta, ad esempio, nel dare del “tu” senza conoscerlo, nel chiedere bruscamente la causa dell’handicap, nel dare buffetti sulle guance o passare la mano nei capelli di una persona in carrozzina. Questi comportamenti, apparentemente innocui, violano i confini personali e minano la dignità della persona, rafforzando la percezione di sé come individuo non pienamente adulto o autonomo.

Alla base di queste dinamiche vi è spesso una proiezione delle proprie paure e fragilità sul disabile, oppure una rimozione del problema: si nega l’handicap, si cerca di minimizzarlo o mimetizzarlo, perseguendo un modello di “normalità” irraggiungibile. Questo meccanismo difensivo alimenta vissuti di inadeguatezza e inferiorità, ostacolando una reale integrazione delle parti sane della propria autostima, premessa indispensabile per una crescita armonica.

Riduzionismo e stereotipi identitari

Un rischio ulteriore è il riduzionismo identitario: la tendenza a identificare la persona esclusivamente con la sua disabilità, appiattendo la sua complessità personale su un’unica dimensione. Questo approccio non solo limita la persona nella sua espressione, ma contribuisce a rafforzare lo stigma e la marginalizzazione sociale. La costruzione di un’identità positiva, una buona autostima e integrata passa invece dal riconoscimento e dalla valorizzazione di tutte le dimensioni della persona, non solo di quella legata alla disabilità.

Soluzioni e approcci positivi

L’autodeterminazione come pilastro della qualità della vita

L’autodeterminazione è uno dei costrutti più importanti per la qualità della vita delle persone con disabilità intellettiva e autismo. Non significa essere autosufficienti in tutto, ma poter fare scelte, prendere decisioni e perseguire obiettivi personali, anche con il supporto di altri. Promuovere l’autodeterminazione richiede un’azione educativa mirata, che favorisca l’apprendimento di competenze specifiche e preveda adeguati sostegni. Le esperienze offerte alla persona con disabilità, sia in ambito familiare che scolastico e sociale, devono essere frequenti, intenzionali e ben strutturate, per consentire l’acquisizione, la pratica e lo sviluppo delle abilità necessarie all’autodeterminazione.

Un ambiente che valorizza l’autodeterminazione permette alla persona disabile di sentirsi protagonista della propria vita, di sperimentare il successo e di sviluppare una percezione positiva di sé, in modo da aumentare la propria autostima. Questo approccio deve essere integrato nei percorsi educativi e riabilitativi sin dall’infanzia, per favorire una crescita armonica e una piena partecipazione sociale.

Supporto psicologico e interventi mirati

Il supporto psicologico rappresenta uno strumento fondamentale per aiutare la persona con disabilità a conoscere se stessa, affrontare i propri limiti e valorizzare le proprie risorse. La terapia individuale aiuta a gestire emozioni contrastanti come ansia, tristezza, rabbia e frustrazione, favorendo l’elaborazione di nuovi significati e prospettive. Il percorso psicologico è utile anche per i familiari e i caregiver, che possono sperimentare un senso di oppressione e difficoltà nel trovare un equilibrio tra i propri bisogni e quelli della persona assistita.

La terapia permette di raccontarsi, di costruire nuove narrazioni e di portare alla luce la migliore versione di sé stessi, grazie all’autostima. Non si tratta solo di superare i limiti, ma di imparare a riconoscere e valorizzare le proprie capacità, rafforzando l’autostima e il benessere psico-fisico.

Attività extracurricolari e crescita personale

Un ruolo chiave nello sviluppo di una percezione positiva di sé è svolto dalle attività extracurricolari. Sport di squadra, gruppi teatrali, laboratori STEM e altre attività di gruppo favoriscono la creazione di legami sociali, l’apprendimento di competenze relazionali e il rafforzamento dell’autostima. I bambini con disturbi dell’apprendimento, ad esempio, spesso hanno difficoltà a integrarsi nei gruppi sociali a causa di problemi di comunicazione e consapevolezza sociale. Le attività extracurricolari offrono un contesto rilassato in cui mettere in pratica queste competenze, riducendo il rischio di isolamento e bullismo.

Attività come gli scacchi o le associazioni STEM potenziano le capacità di problem solving e il pensiero critico, spesso carenti nei bambini con disabilità di apprendimento. Come abbiamo raccontato in un articolo precedente, l’attività fisica è un potente antidoto contro lo stress e aiuta a gestire l’ansia sociale, aumentando l’autostima. Queste esperienze, se sostenute anche in ambito familiare, contribuiscono a formare una solida autostima e a incoraggiare la crescita personale.

L’autonomia come strumento di empowerment

L’autonomia, anche parziale, rappresenta un potente strumento di empowerment per la persona con disabilità. Un esempio concreto è la possibilità di guidare un’automobile adattata alle proprie esigenze. Spesso si pensa erroneamente che le persone disabili non possano guidare, ma grazie a dispositivi specifici e a veicoli multi-adattati, molte persone con disabilità motorie possono muoversi in modo indipendente. Questo non solo facilita la mobilità e l’integrazione sociale, ma ha un impatto positivo sulla percezione di sé, restituendo fiducia e senso di libertà.

L’esperienza di poter guidare un’auto, anche se con l’ausilio di dispositivi specifici, rompe le barriere fisiche e psicologiche, favorendo l’autonomia e l’autostima. In questo modo, la persona disabile si percepisce come soggetto attivo e capace di affrontare le sfide della vita quotidiana.

Attraversare la sofferenza, non negarla

Un approccio particolarmente significativo è quello di accettare e attraversare la sofferenza, invece di negarla o rimuoverla. La disabilità comporta inevitabilmente momenti di frustrazione, rabbia, esclusione e dolore. Tuttavia, questi vissuti possono essere integrati in un percorso di crescita personale, senza cedere alla disperazione. Accettare la sofferenza come parte della propria esperienza permette di sviluppare resilienza e di trovare nuove fonti di soddisfazione, amore e senso di sé.

Attraversare la sofferenza significa smettere di rifiutarla e imparare a conviverci, senza lasciarsi definire esclusivamente da essa. In questo modo, la persona con disabilità può costruire una percezione di sé più autentica e completa, capace di accogliere sia le fragilità che le risorse.

Casi positivi e testimonianze

Nonostante le difficoltà, sono numerose le storie di persone con disabilità che hanno sviluppato una percezione positiva di sé, diventando esempi di resilienza e autodeterminazione. La ricerca SWG per Sanofi sottolinea come la conoscenza diretta della disabilità renda più ricettivi e sensibili al tema: due italiani su tre pensano che l’esperienza personale o familiare con la disabilità favorisca una maggiore apertura e comprensione. Sul portale Disabili.com sono raccolte numerose testimonianze di persone e famiglie che hanno affrontato la disabilità con coraggio e creatività, trasformando le difficoltà in occasioni di crescita e cambiamento. Queste storie dimostrano che, con il giusto supporto e le opportunità adeguate, è possibile sviluppare una percezione di sé positiva, superare gli stereotipi e contribuire attivamente alla società.

Un esempio concreto è quello delle associazioni che promuovono l’autonomia attraverso progetti innovativi, come l’auto adattata per persone con disabilità motorie. Questi progetti non solo offrono soluzioni pratiche, ma contribuiscono a cambiare la percezione sociale della disabilità, mettendo in luce le potenzialità e le competenze delle persone disabili.

Conclusione

La percezione di sé nelle persone con disabilità è il risultato di un percorso fatto di sfide, consapevolezza e piccoli grandi traguardi quotidiani. Sostenere l’autonomia e il benessere psicologico significa anche offrire soluzioni concrete che permettano di vivere la propria casa e i propri spazi senza barriere, con serenità e sicurezza. Le testimonianze e i casi positivi dimostrano che è possibile costruire una percezione di sé forte e positiva, capace di superare le barriere e di valorizzare le risorse individuali.

Come società, è nostro compito favorire un ambiente inclusivo, che riconosca la dignità e il valore di ogni persona, indipendentemente dalle sue abilità o disabilità. Se tu o una persona cara state valutando come rendere più accessibile l’ambiente domestico, puoi trovare in Archimede Montascale un partner affidabile e attento alle esigenze di ogni famiglia. I loro consulenti sono a disposizione per ascoltare, proporre soluzioni personalizzate e accompagnare ogni scelta con sensibilità, professionalità e rispetto per la dignità di chi vive la disabilità. Scopri di più su come migliorare la qualità della vita quotidiana e superare insieme le barriere architettoniche: archimedemontascale.it.

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