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Caregiver: agevolazioni e fondi regionali

Come abbiamo visto in un altro articolo, la legge di Bilancio 2019 ha previsto l’istituzione di un Fondo «per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver», per il quale però non sono ancora stati emanati i decreti attuativi. Esistono però delle altre possibilità di avere agevolazioni, in particolare attraverso dei fondi regionali: vediamo come è possibile attingervi. Qui un’utile guida dell’INAIL sull’argomento.

Già la legge 104/1992 prevedeva tre permessi mensili retribuiti in favore del familiare che assiste un disabile riconosciuto ai sensi dell’art. 3 comma 3 della legge 104/1992, a patto che questi non sia ricoverato a tempo pieno.

Nell’art. 42, comma 5, del D.Lgs. 151 del 2001 è contenuta un’altra importante agevolazione: la possibilità di ottenere un congedo straordinario della durata massima di due anni nell’arco della vita lavorativa, anche frazionati nel tempo, indipendentemente dal numero di persone disabili assistite. In questo caso viene corrisposta un’indennità pari alla retribuzione percepita nell’ultimo mese di lavoro precedente il congedo.

I caregiver possono anche accedere all’Ape sociale, una particolare forma di anticipo pensionistico, vincolato però all’età (bisogna avere 63 anni) e all’anzianità contributiva versata o accreditata (almeno 30 anni di contributi).

In assenza di una normativa quadro statale, sono però le regioni a tutelare maggiormente i caregiver: la prima regione a prevedere queste tutele è stata l’Emilia Romagna, che dal 2014 si è dotata di una legge regionale (2/2014) che raccoglie le «Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare (persona che presta volontariamente cura e assistenza)». Un'intera sezione del sito è dedicata alla figura del caregiver, con approfondimenti, norme e atti e link utili. Con la Legge regionale l’Emilia-Romagna «riconosce e valorizza la figura del caregiver familiare in quanto componente informale della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari», con l’intenzione di rendere più omogenee le risposte nei diversi territori, valorizzare l’apporto di queste figure e sostenerle nella loro vita anche attraverso un rapporto più strutturato con la rete dei servizi, l’associazionismo non profit e il volontariato. Anche Lombardia, Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Piemonte, Lombardia e Sardegna si stanno muovendo sulle orme dell’Emilia Romagna: sui siti web regionali si possono trovare le normative aggiornate e tutte le iniziative messe in campo fino ad oggi.