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Tag: disabilità

Accessibilità e turismo: viaggiare senza barriere

Viaggiare è uno dei piaceri più grandi della vita: scoprire nuovi luoghi, incontrare persone, immergersi in culture diverse, godere di paesaggi mozzafiato e collezionare ricordi indimenticabili. Tuttavia, per milioni di persone in Italia e nel mondo, l’idea di partire per una vacanza può trasformarsi in una sfida complessa, fatta di ostacoli, barriere architettoniche e informazioni poco chiare. Parliamo di anziani, persone con disabilità motorie, sensoriali o cognitive, ma anche di chi, temporaneamente, si trova ad affrontare limitazioni nella mobilità. A questa platea si aggiungono i caregiver, i familiari e i professionisti che ogni giorno si impegnano per garantire una vita più autonoma e soddisfacente ai loro cari o assistiti.

Secondo i dati ISTAT, in Italia vivono oltre 13 milioni di persone con più di 65 anni e circa 3 milioni di persone con disabilità riconosciuta. A livello europeo, secondo l’ENAT (European Network for Accessible Tourism), si stima che il potenziale mercato del turismo accessibile coinvolga circa 130 milioni di persone, tra disabili, anziani e accompagnatori. Nonostante questi numeri, solo una piccola percentuale di strutture ricettive, attrazioni turistiche e mezzi di trasporto è realmente accessibile. Secondo una recente ricerca pubblicata da UserWay e confermata da Cityfriend, meno del 9% dei servizi turistici europei può definirsi “senza barriere”.

Eppure, il turismo accessibile non è solo una questione di diritti, ma rappresenta anche una straordinaria opportunità economica e sociale. Rendere il viaggio possibile per tutti significa aumentare il numero di visitatori, allungare la stagione turistica, fidelizzare nuovi segmenti di clientela e migliorare la reputazione delle destinazioni. Ne abbiamo già parlato in un nostro articolo, in cui approfondiamo quanto sia importante l’accessibilità nei luoghi pubblici. In questo approfondimento, esploreremo cosa significa turismo accessibile, quali sono le principali normative e diritti a tutela dei viaggiatori con esigenze specifiche, e come il settore si sta evolvendo per offrire esperienze sempre più inclusive e di qualità.

Cos’è il turismo accessibile e perché è importante

Il concetto di turismo accessibile è molto più ampio di quanto si possa pensare. Non si tratta solo di eliminare le barriere architettoniche, ma di garantire a tutti – indipendentemente dall’età, dalle condizioni fisiche o dalle competenze sensoriali e cognitive – la possibilità di vivere un’esperienza turistica completa, sicura, confortevole e gratificante. L’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) definisce il turismo accessibile come “il diritto di tutte le persone a godere del turismo senza ostacoli, in condizioni di uguaglianza e dignità”. Questo significa che ogni fase del viaggio, dalla pianificazione alla prenotazione, dal trasporto all’alloggio, dalle visite guidate ai servizi di ristorazione, deve essere pensata per includere tutti.

L’accessibilità, infatti, non riguarda solo le persone con disabilità permanenti, ma anche chi affronta difficoltà temporanee (ad esempio, a causa di un infortunio), le famiglie con bambini piccoli, gli anziani, le donne in gravidanza e chiunque possa avere esigenze particolari. In Italia, secondo i dati diffusi dall’ENAT e confermati da Village for All, il turismo accessibile rappresenta un mercato potenziale di oltre 10 milioni di viaggiatori, con un impatto economico stimato in miliardi di euro ogni anno. A livello globale, si parla di un mercato da oltre 166 miliardi di euro, considerando anche gli accompagnatori e i familiari.

Ma perché è così importante investire nell’accessibilità turistica? Innanzitutto, perché si tratta di un diritto umano fondamentale, sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (art. 30) e ribadito dalla legislazione europea e nazionale. In secondo luogo, perché un turismo più inclusivo e accessibile migliora la qualità della vita di tutti: non solo delle persone con bisogni specifici, ma anche delle loro famiglie, degli operatori turistici e delle comunità ospitanti. Infine, perché l’accessibilità è un potente motore di innovazione, capace di generare nuove opportunità di business, valorizzare le destinazioni e favorire la destagionalizzazione.

Numerosi studi dimostrano che le persone con disabilità e i loro accompagnatori tendono a viaggiare più spesso fuori stagione, a scegliere strutture che garantiscono comfort e sicurezza, e a fidelizzarsi con chi offre servizi realmente accessibili. Inoltre, la presenza di barriere – fisiche, sensoriali, cognitive o culturali – non solo limita la libertà di movimento, ma può generare frustrazione, isolamento e rinuncia al viaggio. Al contrario, un’esperienza positiva genera passaparola, recensioni favorevoli e ritorno economico per tutto il settore. L’accessibilità, dunque, è un valore aggiunto per tutti: rende le destinazioni più competitive, amplia la platea dei visitatori, stimola l’innovazione e contribuisce a costruire una società più giusta e solidale. Investire nel turismo accessibile significa investire nel futuro.

Normative e diritti: cosa dice la legge

Il diritto di viaggiare senza barriere è sancito da numerose normative internazionali, europee e nazionali, che negli ultimi anni hanno segnato importanti passi avanti nella tutela delle persone con disabilità e nella promozione dell’accessibilità universale. Tuttavia, tra la teoria e la pratica spesso esistono ancora molte differenze, e la conoscenza delle leggi è fondamentale per orientarsi e far valere i propri diritti.

A livello internazionale, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dall’Italia con la legge 18/2009) rappresenta il principale riferimento normativo. L’articolo 30 della Convenzione riconosce il diritto di tutte le persone a partecipare pienamente alla vita culturale, ricreativa, turistica e sportiva, imponendo agli Stati membri l’obbligo di adottare misure per eliminare le barriere e garantire l’accesso a strutture, servizi e attività turistiche.

In ambito europeo, il recente European Accessibility Act (Direttiva UE 2019/882) ha introdotto standard comuni per l’accessibilità di prodotti e servizi, inclusi siti web, applicazioni mobili, terminali di pagamento, servizi di trasporto e informazioni turistiche. La direttiva, che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 2025, rappresenta un passo avanti fondamentale per la creazione di un mercato unico dell’accessibilità e per la tutela dei diritti dei viaggiatori con esigenze specifiche.

In Italia, la normativa sull’accessibilità è articolata e in continua evoluzione. La legge 13/1989 e il D.P.R. 503/1996 stabiliscono i criteri per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico, mentre la legge 104/1992 tutela i diritti delle persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita sociale, compreso il turismo. Più recentemente, la Legge di Bilancio 2021 ha stanziato fondi specifici per il turismo accessibile e sono in discussione ulteriori proposte di legge che prevedono sanzioni per le strutture non conformi e obblighi informativi per gli operatori. Nonostante i progressi normativi, la strada da percorrere è ancora lunga.

Secondo una recente indagine di ENAT, solo il 9% delle strutture turistiche europee è pienamente accessibile, e molte barriere – fisiche, digitali, culturali – persistono ancora oggi. Per questo motivo, è fondamentale continuare a sensibilizzare operatori, istituzioni e viaggiatori sull’importanza dell’accessibilità, promuovendo una cultura dell’inclusione che vada oltre gli obblighi di legge e punti alla qualità dell’esperienza turistica per tutti.

Barriere ancora presenti e soluzioni innovative

Nonostante i progressi normativi e l’aumentata sensibilità sociale, il turismo accessibile si scontra ancora oggi con una serie di barriere che limitano la piena partecipazione di molte persone. Le barriere architettoniche sono sicuramente le più evidenti: gradini, rampe troppo ripide, ascensori assenti o non funzionanti, bagni non attrezzati, porte troppo strette, mancanza di percorsi tattili per non vedenti o di segnaletica chiara per persone con disabilità cognitive. Ma le difficoltà non si fermano qui. Esistono barriere sensoriali (ad esempio, la mancanza di informazioni in braille o di sistemi di amplificazione sonora), digitali (siti web non accessibili, prenotazioni online complicate, assenza di descrizioni dettagliate sull’accessibilità delle strutture) e culturali (scarsa formazione del personale, pregiudizi, mancanza di attenzione alle esigenze specifiche).

Secondo il rapporto “Turismo accessibile: dati e trend” di UserWay, solo il 9% delle strutture turistiche europee è realmente accessibile. In Italia, nonostante gli sforzi di alcune regioni e città, molte destinazioni presentano ancora ostacoli significativi per chi si muove in sedia a rotelle, utilizza ausili per la mobilità o ha esigenze particolari. Ad esempio, la maggior parte delle spiagge italiane non è attrezzata con passerelle, sedie job o servizi igienici accessibili, e molti centri storici, pur essendo gioielli artistici, risultano difficilmente fruibili senza accompagnatori o supporti specifici.
Tuttavia, negli ultimi anni stanno emergendo soluzioni innovative che stanno cambiando il volto del turismo accessibile.

Da un lato, sempre più strutture ricettive stanno investendo in interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, installando ascensori, montascale, rampe e bagni attrezzati. Dall’altro, la tecnologia offre strumenti preziosi: app per la mappatura dell’accessibilità urbana (come “Wheelmap” o “AccessiWay”), piattaforme di prenotazione specializzate (Bookingbility, Wheel the World), siti web accessibili secondo le linee guida WCAG, servizi di traduzione simultanea per persone con disabilità uditiva, e dispositivi domotici che facilitano la fruizione degli spazi.

Destinazioni e strutture all’avanguardia in Italia e in Europa

Fortunatamente, esistono numerosi esempi virtuosi di destinazioni e strutture che hanno fatto dell’accessibilità un punto di forza, dimostrando che viaggiare senza barriere è possibile e può diventare un’esperienza positiva per tutti. In Italia, diverse regioni e città si sono distinte per l’impegno concreto nel rendere il turismo più inclusivo. Emilia-Romagna è considerata una delle regioni più avanzate in questo campo: la costa romagnola vanta numerose spiagge attrezzate con passerelle, sedie job, servizi igienici accessibili e personale formato.

Rimini, in particolare, ha sviluppato il progetto “Rimini Autismo Friendly”, che prevede percorsi dedicati, hotel certificati e attività pensate per le persone con disturbi dello spettro autistico. Il Trentino Alto Adige rappresenta un altro esempio di eccellenza: grazie al progetto “Trentino per tutti”, sono stati realizzati sentieri accessibili in montagna, rifugi attrezzati, musei inclusivi e servizi di accompagnamento specializzato. Le Dolomiti, patrimonio UNESCO, offrono percorsi naturalistici accessibili anche a chi si muove in carrozzina, con guide specializzate e ausili tecnici.

A livello europeo, la Spagna è considerata un modello per il turismo accessibile: Barcellona e Valencia sono dotate di mezzi pubblici, musei e spiagge completamente accessibili, con informazioni dettagliate disponibili online. Il Portogallo ha sviluppato il programma “All for All”, che promuove itinerari accessibili in tutto il paese, mentre Paesi Bassi e Finlandia si distinguono per l’attenzione alle esigenze delle persone con disabilità sensoriali e cognitive. Infine, va sottolineato il ruolo delle associazioni e dei portali specializzati, che raccolgono e diffondono informazioni aggiornate sulle destinazioni accessibili. Village for All, Cityfriend, ENAT, Bookingbility e Wheel the World sono solo alcune delle realtà che aiutano i viaggiatori a scegliere mete e strutture realmente senza barriere, offrendo consulenza, guide e servizi personalizzati.

Esperienze di viaggio: testimonianze e consigli pratici

Al di là dei dati e delle normative, sono le esperienze personali a raccontare meglio di ogni altra cosa l’importanza del turismo accessibile. Le storie di chi viaggia ogni giorno affrontando e superando ostacoli, di chi trova accoglienza e servizi adeguati, ma anche di chi si scontra con barriere e disattenzioni, sono preziose per capire cosa funziona e dove è necessario migliorare. Diverse associazioni italiane e internazionali raccolgono e diffondono testimonianze di viaggiatori con disabilità, anziani e caregiver. Progetti come “Ruote Libere”, “Viaggi Senza Barriere”, “Cityfriend”, “SportABILI” e “Joëlette and Co” offrono non solo racconti di viaggio, ma anche consigli pratici, recensioni di strutture, suggerimenti per affrontare le difficoltà e godere appieno dell’esperienza turistica.

Ad esempio, molti viaggiatori consigliano di pianificare con largo anticipo, di contattare direttamente le strutture per verificare le reali condizioni di accessibilità, di consultare portali specializzati e di non esitare a chiedere supporto alle associazioni locali. Non mancano, infine, le storie di successo: famiglie che hanno potuto vivere una vacanza serena grazie a una struttura attenta e accogliente, viaggiatori che hanno scoperto nuove passioni (come il trekking accessibile, la vela o il turismo enogastronomico), operatori che hanno trasformato la propria offerta per rispondere meglio alle esigenze di tutti. Queste esperienze dimostrano che il turismo accessibile non è solo possibile, ma può diventare un’opportunità di crescita personale, sociale ed economica per tutti i soggetti coinvolti.

Il ruolo della tecnologia e dei servizi personalizzati

La tecnologia sta rivoluzionando il modo in cui le persone con disabilità, gli anziani e i loro accompagnatori vivono l’esperienza turistica. Oggi, grazie a soluzioni digitali innovative, è possibile superare molte delle barriere che fino a pochi anni fa rendevano il viaggio un’impresa complessa. App, piattaforme web, dispositivi intelligenti e servizi digitali personalizzati stanno cambiando il volto del turismo accessibile, offrendo strumenti concreti per pianificare, prenotare e vivere ogni fase del viaggio in modo più semplice e sicuro.

Uno degli sviluppi più significativi riguarda le applicazioni mobili dedicate all’accessibilità. Strumenti come Wheelmap, AccessiWay, Jaccede e AismApp consentono di mappare in tempo reale l’accessibilità di ristoranti, hotel, musei, mezzi di trasporto e spazi pubblici, grazie alle recensioni degli utenti e alle valutazioni delle associazioni. Queste app permettono di scegliere le destinazioni e i servizi più adatti alle proprie esigenze, riducendo il rischio di imprevisti e migliorando la qualità dell’esperienza.

Anche le piattaforme di prenotazione online si stanno adeguando: realtà come Bookingbility, Wheel the World e Cityfriend offrono filtri avanzati per selezionare strutture realmente accessibili, con fotografie dettagliate, descrizioni tecniche e recensioni verificate. Sul fronte dei trasporti, molte compagnie ferroviarie e aeree hanno sviluppato portali accessibili e servizi di assistenza dedicati, mentre le compagnie di trasporto urbano stanno investendo in flotte di mezzi attrezzati e in sistemi di informazione audio-video per passeggeri con disabilità sensoriali.

La domotica e l’Internet of Things (IoT) stanno entrando anche nel settore dell’ospitalità: hotel e B&B propongono camere intelligenti con comandi vocali, sensori di movimento, sistemi di apertura automatica delle porte e dispositivi per il controllo remoto di luci, tende e climatizzazione. Queste soluzioni migliorano l’autonomia e la sicurezza degli ospiti, offrendo un livello di comfort personalizzato.

Un altro ambito in crescita è quello dei servizi di consulenza e accompagnamento personalizzati. Start-up e associazioni come Cityfriend, Village for All e Viaggi Senza Barriere mettono a disposizione travel planner specializzati, guide turistiche formate sull’accessibilità e servizi di assistenza su misura per ogni esigenza. Grazie alla tecnologia, è possibile prenotare questi servizi online, ricevere supporto in tempo reale e condividere feedback utili per altri viaggiatori.

Infine, la digitalizzazione delle informazioni rappresenta un passo fondamentale: siti web accessibili secondo le linee guida WCAG, video in LIS, audioguide, realtà aumentata e chatbot intelligenti consentono a tutti di accedere facilmente alle informazioni necessarie per organizzare il viaggio. L’integrazione di queste tecnologie non solo migliora l’esperienza dei singoli, ma contribuisce a rendere il turismo più inclusivo e sostenibile per l’intera comunità.

Conclusione

Il turismo accessibile non è solo una conquista di civiltà e un diritto fondamentale, ma anche una straordinaria opportunità per valorizzare le destinazioni, arricchire l’offerta turistica e costruire una società più inclusiva e sostenibile. Investire nell’accessibilità significa abbattere barriere non solo fisiche, ma anche culturali e sociali, offrendo a tutti la possibilità di viaggiare, conoscere, emozionarsi e crescere.

Le esperienze raccolte, le innovazioni tecnologiche e le buone pratiche dimostrano che viaggiare senza barriere è possibile, a patto che ci sia attenzione, formazione e una reale volontà di ascoltare le esigenze di ogni persona. Il futuro del turismo passa dall’inclusione: rendere accessibili le città, le strutture e i servizi non è solo un dovere morale e legale, ma una scelta strategica che premia chi la compie.

Se desideri scoprire come rendere la tua casa, la tua struttura ricettiva o i tuoi servizi più accessibili, o se vuoi approfondire le soluzioni più innovative per la mobilità e l’autonomia, ti invitiamo a visitare il sito di Archimede Montascale. La libertà di movimento e la possibilità di viaggiare senza barriere iniziano anche da qui: perché il benessere e il diritto alla scoperta appartengono davvero a tutti.

Montascale in Condominio: quando L’Accessibilità diventa una questione di Solidarietà

In ogni condominio, le scale raccontano storie. C’è chi le percorre di corsa ogni mattina per non perdere l’autobus, chi le affronta con una borsa della spesa troppo pesante e chi, invece, le guarda come un ostacolo insormontabile. È proprio in queste situazioni che un montascale può trasformarsi da semplice strumento a simbolo di inclusione e solidarietà. Ma cosa succede quando la necessità di installarne uno incontra le opinioni (e talvolta le resistenze) dei condòmini? Scopriamo insieme come un semplice dispositivo possa diventare il fulcro di grandi cambiamenti nella vita di una comunità condominiale.

L’installazione di un montascale in condominio è una soluzione che può migliorare significativamente la qualità della persona con disabilità e di chiunque abbia difficoltà motorie. Tuttavia, l’intervento può generare divergenze tra i condòmini, legate a questioni economiche, pratiche e di gestione degli spazi comuni. Ma questa situazione può trasformarsi in un’opportunità per rafforzare i legami e promuovere valori di inclusione e solidarietà. Abbiamo parlato di questo argomento anche in un altro articolo.

Il diritto all’autonomia della persona disabile

Nonostante le difficoltà, è fondamentale sottolineare l’importanza di contribuire al benessere di tutti. Garantire l’accessibilità è una forma di inclusione sociale che ne riflette i valori e promuove il rispetto reciproco. Per le persone con disabilità o mobilità ridotta, un montascale può fare la differenza tra il vivere in autonomia e il sentirsi prigionieri nella propria abitazione. Un montascale non è solo uno strumento pratico, ma una chiave per vivere la propria vita in modo dignitoso e partecipare pienamente alla comunità.

Il diritto all’autonomia di una persona con disabilità non è qualcosa che le persone senza disabilità gli “concedono”, ma un diritto fondamentale, inalienabile e imprescindibile per garantire la qualità della vita. È essenziale cambiare la percezione della disabilità, che non deve più essere vista come una condizione che “limita” o “toglie”, ma come una realtà diversa che merita pari dignità e il pieno riconoscimento dei diritti.

Costi del montascale, spazi condivisi e opposizioni estetiche

L’installazione di un montascale all’interno di un condominio comporta spese significative che devono essere ripartite tra i condòmini. Questo può generare tensioni, soprattutto se alcuni residenti non percepiscono un beneficio diretto dall’intervento. Anche se, in base all’articolo 2 della legge 1989, chi ha bisogno di un montascale può procedere con l’installazione a proprie spese, nel caso in cui gli altri condomini non siano disposti a sostenere l’intervento in maniera unanime.

I montascale occupano aree condivise come scale o pianerottoli, talvolta riducendo lo spazio disponibile per il passaggio o altre attività. Questo può essere vissuto come una limitazione da chi non necessita del dispositivo.

Alcuni condòmini potrebbero opporsi per motivi personali o estetici, percependo l’installazione come un’inutile complicazione.

Prendiamo come esempio un condominio tranquillo, che viene scosso dalla richiesta di Marco, un giovane con disabilità motoria, che desidera installare un montascale per conquistare la propria indipendenza. Tuttavia, il signor Rossi, residente al pian terreno, si oppone alla richiesta e questo confronto mette alla prova l’equilibrio della comunità condominiale.

Il signor Rossi non è una persona insensibile; il suo rifiuto nasce da preoccupazioni personali e pratiche:

  • Estetica e valore immobiliare: Rossi teme che l’aggiunta di un montascale possa rendere l’ingresso meno elegante e scoraggiare potenziali acquirenti.
  • Costi condivisi: Nonostante Marco abbia proposto di coprire gran parte delle spese, Rossi teme che eventuali manutenzioni future possano ricadere su tutti i condomini.
  • Rumore e disturbo: Rossi è sensibile ai rumori e teme che il funzionamento del montascale possa disturbare la sua tranquillità.

Tre regole d’oro per gestire l’installazione di un montascale in condominio

Quali sono in questo caso le tre regole principali per gestire al meglio il rapporto tra condòmini?

Quando si propone l’installazione di un montascale in un condominio, è importante gestire il rapporto con i condomini in modo strategico e rispettoso. Ecco tre regole fondamentali da seguire:

  • Informare con chiarezza: Prima di avanzare la proposta, raccogli tutte le informazioni necessarie sul progetto, come costi, modalità di installazione e benefici per il condominio. Durante l’assemblea condominiale, presenta la questione in modo chiaro e trasparente, evidenziando come il montascale possa migliorare l’accessibilità e il valore dell’immobile. È infatti importante tenere in considerazione che molti, come il signor Rossi, credono che un montascale in condominio rappresenti un fattore che porta alla sua svalutazione. In realtà gli edifici accessibili, dotati di dispositivi per il superamento delle barriere architettoniche, hanno un valore di mercato superiore. La presenza di ausili come montascale o ascensori può incrementare significativamente il prezzo degli appartamenti, rendendoli più appetibili per famiglie con anziani o persone con disabilità. Secondo un’analisi di Immobiliare.it Insights, infatti, le case con ascensore in Italia costano in media il 21% in più, con un prezzo medio di circa 2.400 euro/mq, rispetto ai 2.000 euro/mq delle abitazioni prive di questo servizio.
  • Per superare le divergenze causate dalla volontà dell’installazione del montascale in condominio, è fondamentale puntare su una comunicazione trasparente: organizzare assemblee condominiali dedicate al tema permette di discutere apertamente le necessità, i costi e i benefici dell’installazione.
  • Ascoltare le opinioni: Ogni condòmino potrebbe avere preoccupazioni o dubbi, che vanno affrontati con rispetto. Dedica tempo per ascoltare le loro opinioni e rispondi alle domande in modo esaustivo. Mostrare apertura verso le esigenze di tutti favorisce un clima collaborativo.
  • Proporre soluzioni condivise: Per minimizzare eventuali resistenze, valuta soluzioni che possano soddisfare le diverse esigenze. Ad esempio, scegli un modello di montascale silezioso e dal design discreto, così da limitare l’impatto sugli spazi comuni e garantire il rispetto delle vie di fuga. E considera opzioni economiche che non gravino eccessivamente sulle spese condominiali. Inoltre, il progetto deve rispettare requisiti tecnici specifici, come dimensioni adeguate e velocità limitata, stabiliti dal DM 236/1989. Coinvolgere professionisti esperti nella fase di progettazione può aiutare a prevenire problemi futuri e a garantire la conformità alle normative.
    Seguendo questi step, è possibile gestire la proposta in modo equilibrato e creare un dialogo costruttivo tra i condomini, trasformando un potenziale conflitto in un’occasione di miglioramento per la comunità.

Agevolazioni economiche

Esistono incentivi statali e regionali per l’abbattimento delle barriere architettoniche che possono ridurre il peso economico sui condòmini. Informarsi su questi strumenti è essenziale per facilitare l’accordo. Prima fra tutti la Legge n. 13/1989: questa prevede contributi per l’eliminazione delle barriere architettoniche, che possono coprire una parte significativa delle spese dei condòmini.

A seguire vi è il Bonus 75% barriere architettoniche 2025, un incentivo fiscale che mira a favorire l’eliminazione degli ostacoli architettonici in edifici esistenti, migliorando l’accessibilità per persone con disabilità o mobilità ridotta. Introdotto con l’obiettivo di rendere gli spazi più inclusivi, il bonus prevede una detrazione fiscale pari al 75% delle spese sostenute per i lavori di adeguamento.

Inoltre, secondo l’articolo 1121 del Codice Civile, i condòmini possono essere esonerati dalle spese per l’installazione e la manutenzione del montascale se dichiarano di non voler utilizzare l’impianto, come nel caso dei residenti al piano terra o dei dissenzienti che notificano il proprio rifiuto. Tuttavia, chi inizialmente non aderisce può successivamente partecipare pagando la propria quota, per garantire la flessibilità nella gestione delle spese e per consentire a chi inizialmente si era opposto di cambiare idea e aderire in un secondo momento.

Una comunità più inclusiva

Promuovere una cultura dell’inclusione tramite campagne informative nel condominio può aiutare i residenti a comprendere l’importanza del montascale per chi ne ha bisogno.

Organizzare incontri informativi o distribuire materiali che evidenziano i benefici del montascale per le persone con disabilità o mobilità ridotta può sensibilizzare i condòmini sull’importanza dell’accessibilità. Sottolineando come il montascale possa essere utile anche per altri residenti (ad esempio per trasportare passeggini o carichi pesanti) può contribuire a creare una percezione più positiva del dispositivo.

Il montascale non è solo un dispositivo tecnico; è un simbolo di civiltà e rispetto per chi vive la disabilità. Superare le discordie tra condòmini richiede dialogo, empatia e una visione condivisa del bene comune. Lavorare sull’abbattimento delle barriere architettoniche è fondamentale per raggiungere una comunità sempre più inclusiva.

Questo perché garantire accessibilità non significa solo abbattere gli ostacoli architettonici, ma anche promuovere una società più coesa e rispettosa delle esigenze di tutti i suoi membri!

Visita il sito di Archimede Montascale per scoprire di più sul mondo dei montascale!

L’accessibilità dei luoghi pubblici: partecipazione sociale, inclusione e indipendenza

L’accessibilità nei luoghi pubblici è un tema di fondamentale importanza per garantire il diritto alla mobilità e alla partecipazione sociale di tutte le persone, indipendentemente dalle loro condizioni fisiche. Le barriere architettoniche rappresentano un ostacolo significativo per le persone con disabilità, limitando l’accesso a edifici, mezzi di trasporto e spazi pubblici.

Sebbene siano stati fatti progressi normativi e strutturali per rendere le città più inclusive, molte sfide restano ancora da affrontare.

Questo articolo analizza il problema delle barriere architettoniche nei luoghi pubblici, le soluzioni adottate e le prospettive future per una società più accessibile.

Le barriere architettoniche: ostacoli all’inclusione

Le barriere architettoniche comprendono tutti quegli elementi strutturali che impediscono o rendono difficoltoso l’accesso e la fruizione degli spazi pubblici da parte delle persone con disabilità, sono molteplici e influenzano tutti gli aspetti della vita quotidiana.

Tra gli ostacoli più comuni si trovano:

  • marciapiedi privi di rampe o con ostacoli che impediscono il passaggio di carrozzine e ausili per la mobilità
  • edifici pubblici senza ascensori o con gradini all’ingresso, che rendono difficile l’accesso a uffici, scuole, ospedali e negozi
  • trasporti pubblici non adeguatamente attrezzati, con pochi autobus e treni accessibili a persone con disabilità motorie o sensoriali
  • segnaletica inadeguata per persone con disabilità visive o cognitive, come l’assenza di scritte in Braille o percorsi tattili

Questi ostacoli non solo limitano la libertà di movimento, ma compromettono anche l’indipendenza e la dignità delle persone con disabilità, costringendole spesso a dipendere dall’aiuto di altri per compiere azioni quotidiane.

Le normative sull’accessibilità

Negli ultimi decenni, diverse normative nazionali e internazionali hanno cercato di garantire un maggiore livello di accessibilità.

In Italia, l’accessibilità nei luoghi pubblici trova il suo fondamento giuridico nella Costituzione italiana, ma è specificamente regolamentata da un insieme di leggi dedicate. La Legge 13/89 rappresenta uno dei pilastri normativi in questo ambito, stabilendo in modo chiaro i termini e le modalità con cui l’accessibilità deve essere garantita sia negli ambienti pubblici che in quelli privati.

Negli ultimi anni, il quadro normativo italiano si è ulteriormente arricchito con nuove disposizioni. Il Decreto Legislativo 222/23, entrato in vigore il 13 gennaio 2024, rappresenta un punto di svolta significativo, imponendo l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di adeguare sia gli spazi fisici che i servizi digitali per garantire l’accessibilità a tutte le persone, incluse quelle con disabilità.

Tuttavia, nonostante questi strumenti legislativi, l’applicazione delle normative rimane spesso incompleta o disomogenea. Molti edifici storici e infrastrutture datate non sono ancora stati adeguati, rendendo l’accessibilità un diritto non sempre garantito.

Soluzioni per il futuro

Per migliorare l’accessibilità nei luoghi pubblici, e in ottemperanza al Decreto Legislativo 222/23, è necessario adottare un approccio proattivo e innovativo. Alcune delle soluzioni più efficaci includono:

  • rampe e ascensori accessibili, essenziali per superare le barriere fisiche
  • trasporto pubblico inclusivo, con mezzi dotati di pedane, posti riservati e segnalazioni audio-visive
  • tecnologie assistive, come applicazioni mobili per segnalare percorsi accessibili e dispositivi per la comunicazione alternativa
  • percorsi tattili e segnaletica multisensoriale, per facilitare l’orientamento di persone con disabilità visive o cognitive

L’accessibilità non è solo una questione di infrastrutture, ma anche di cultura e sensibilizzazione. Promuovere una progettazione e un design inclusivo fin dalle prime fasi di realizzazione di edifici e spazi pubblici permette di costruire un ambiente utilizzabile da tutti senza necessità di adattamenti o modifiche specifiche, rappresentando quindi la soluzione più efficiente ed equa.

L’accessibilità nei luoghi pubblici è un tema che riguarda tutta la società, non solo le persone con disabilità. Una città accessibile è una città più vivibile per tutti, compresi anziani, genitori con passeggini e persone con difficoltà motorie temporanee. Sebbene siano stati fatti progressi significativi, molto resta ancora da fare per garantire che le norme esistenti vengano pienamente applicate e che l’accessibilità diventi una priorità concreta nelle politiche urbane.

L’eliminazione delle barriere architettoniche non deve essere vista come un mero adempimento normativo, ma un dovere morale verso una società più equa e inclusiva, un’opportunità per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini. Solo attraverso un impegno collettivo tra istituzioni, aziende e cittadini sarà possibile costruire un futuro in cui ogni persona possa muoversi liberamente e senza ostacoli.

Se vuoi scoprire soluzioni concrete per migliorare l’accessibilità nei tuoi spazi, visita il sito di Archimede Montascale e scopri le migliori soluzioni per abbattere le barriere architettoniche: www.archimedemontascale.it

Sport e disabilità: una breve panoramica storica

L’attività sportiva sta lentamente tornando alla normalità, seppur con qualche limitazione data dai protocolli in uso: dato che la possibilità di praticare uno sport è un diritto per tutte e tutti, persone diversamente abili comprese, proviamo a fare una panoramica sulla storia di questa pratica sportiva.

Ludwig Guttman, neurologo, viene considerato il padre fondatore del movimento sportivo delle persone con disabilità: fu il primo medico che decise di promuovere lo sport come metodo principale di terapia. Nel 1944 venne nominato direttore del Centro Nazionale di ricerca sulle lesioni del midollo spinale dell’ospedale di Stoke Mandeville, cittadina nel cuore dell’Inghilterra: qui, visti gli ottimi risultati derivati dalla pratica sportiva, decise di organizzare i cosiddetti “Giochi di Stoke Mandeville”. Inaugurati nel 1948, i Giochi destarono un interesse crescente anche nei dirigenti del movimento olimpico, che tributarono al dottor Guttman, nel 1956, la Coppa Feanley, un premio dedicato a chi si distingueva per meriti eccezionali nell’espansione degli ideali olimpici.

Anche in Italia, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si sviluppò il concetto di sport come terapia per i neurolesi: autore di questa rivoluzione fu Antonio Maglio, dottore in medicina e chirurgia, nominato nel 1957 Primario del Centro paraplegici di Ostia “Villa Marina”, luogo che divenne preso un punto di riferimento analogo all’ospedale inglese dove operava Guttman.

Nel 1960, a Roma, dalle volontà congiunte di Guttman e Maglio, nascono le Paralimpiadi, altrimenti dette giochi paralimpici: in Italia bisognerà però attendere il 2003 perché veda la luce la legge istitutiva del Comitato Italiano Paralimpico (legge n°189 del 15 luglio 2003) ed il 2004 per il successivo decreto di attuazione (Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 aprile 2004). Queste norme riconoscono pienamente la valenza sociale dell’organismo, che mira a garantire il diritto allo sport in tutte le sue espressioni «promuovendo la massima diffusione della pratica sportiva per disabili in ogni fascia di età e di popolazione», affinché ciascun disabile abbia l’opportunità di migliorare il proprio benessere e di trovare una giusta dimensione nel vivere civile proprio attraverso lo sport quale strumento di recupero, di crescita culturale e fisica nonché di educazione dell’individuo disabile e non.

Il prossimo appuntamento con le Paralimpiadi è quello di Tokyo: previste per il 2020, sono state spostate alla fine dell’estate 2021, dal 24 agosto al 5 settembre, a causa della pandemia da Coronavirus che ha scosso il mondo. 4.400 atleti per 537 eventi medaglia: ad ognuno la specialità per cui fare il tifo!

Disabilità e vaccinazioni: il punto della situazione

Il Generale Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, ha firmato settimana scorsa una nuova ordinanza, la n. 8/2021, che disciplina la prenotazione delle vaccinazioni per le persone con disabilità e i loro caregiver nelle varie regioni.

La vaccinazione dei soggetti più anziani procede speditamente: gli over 80 sono infatti in testa alla classifica del numero dei vaccini somministrati per categoria. Al secondo posto sono i Soggetti Fragili e Caregiver, su cui si è focalizzata l’attenzione del Commissario: l’ordinanza appena uscita, infatti, prevede che le Regioni e le Province Autonome debbano provvedere «con immediatezza» ad attivare un portale pubblico telematico di prenotazione della seduta vaccinale «dedicato alle persone con disabilità grave ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 104/1992 e ai familiari conviventi, assistenti (caregiver), genitori/tutori/affidatari» (art. 1). A questo andrà affiancato un servizio di assistenza telefonica alla prenotazione, complementare al portale.

Il sistema di prenotazione sarà accessibile tramite il Codice fiscale e il numero di Tessera Sanitaria della persona con disabilità grave, e permetterà di prenotare la seduta vaccinale per sé e per i familiari conviventi, per i genitori, tutori o affidatari e due assistenti (caregiver): il numero dei caregiver potrebbe essere esteso in situazioni specifiche, che verranno valutate singolarmente.

Questo servizio sarà utile anche a soggetti non vaccinabili per controindicazioni sanitarie o perché minori (che non abbiano, per esempio, vaccini indicati per la loro fascia di età): a questi sarà comunque garantito l’accesso per poter prenotare la vaccinazione per familiari conviventi, genitori, tutori o affidatari e caregiver.

Il secondo articolo dell’ordinanza riguarda le persone disabili impossibilitate a recarsi presso le sedi vaccinali: anche per loro e per i familiari conviventi e caregiver è prevista la possibilità di ricevere la vaccinazione, attraverso speciali team vaccinali inviati a domicilio.

Ascensori per disabili: misure minime e caratteristiche

Gli ascensori per disabili sono un’ottima soluzione per rendere accessibili e abbattere le barriere architettoniche in palazzi, condomini e luoghi pubblici a tutte le persone: disabili in carrozzina, ma anche persone con difficoltà motorie o genitori con bambini in passeggino. Sono utili anche per migliorare la mobilità domestica in abitazioni su più piani, rendendo più agevoli gli spostamenti e il trasporto di carichi come per esempio borse della spesa o casse d’acqua.

Ascensori per disabili dimensioni minime per edifici di nuova costruzione

Gli ascensori per disabili devono avere caratteristiche e misure particolari per consentire alle persone in carrozzina di utilizzarli in maniera sicura, pratica e autonoma.

La legge stabilisce caratteristiche particolari per gli ascensori interni o esterni presenti in edifici di nuova costruzione differenti a seconda della loro destinazione d’usoIn tutti gli edifici di nuova costruzione:

  • ascensore per disabili in edificio ad uso non residenziale: dovrà prevedere cabine con profondità minima di 140 cm per 110 cm di larghezza e porta con una luce di almeno 80 cm; lo spazioantistante la cabina dovrà essere di almeno 150×150 cm per constire l’accesso e lo sbarco alle carrozzine senza difficoltà.
  • ascensore per disabili in edificio ad uso residenziale: la cabina dell’elevatore dovrà avere le seguenti dimensioni minime 130 cm di profondità per 95 cm di larghezza e come per quelli ad uso non residenziale, dovrà garantire uno spazio antistante di almeno 150 x150 cm.

Ascensori per disabili in edifici esistenti

La progettazione di un ascensore per disabili da installare in un edificio esistente deve tenere conto di misure leggermenti inferiori rispetto agli elevatori per disabili per palazzi di nuova costruzione:

  • la cabina dovrà avere una profondità di almento 120 cm di profondità e di 80 cm di larghezza, mentre la  dovrà essere di almento 75 cm e lo spazio minimo antistante la cabina deve essere 140×140 cm.

Altre caratteristiche obbligatorie e non per gli elevatori per disabili

Oltre a specifiche misure sono previste alcune caratteristiche obbligatorie nella progettazione di un ascensore per disabili per garantire un utilizzo facile e sicuro alle persone in carrozzina:

  • porte automatiche sia in cabina che al piano;
  • cabina spaziosa per consentire l’accesso e il movimento al suo interno della sedia a rotelle;
  • sensori fotocellule che bloccano le porte in caso di impedimento;
  • campanello di allarme e telefono di emergenza ad un’altezza compresa tra 110cm e 130cm;
  • pulsantiera di comando interna ed esterna ad altezza adeguata dotate anche di rilievo in braile per non vedenti;
  • spia luminosa per segnalare l’arrivo di una chiamata e per la segnalazion;
  • luce di emergenza;
  • pavimento della cabina in linea con quello del pianerottolo, con una tolleranza massima di 2 cm;
  • stazionamento al piano a porte chiuse;
  • segnalazione sonora di arrivo al piano.

Per agevolare l’utilizzo dell’ascensore da parte di persone disabili è possibile installare un corrimano all’interno della cabina che consentirà di migliorare il comfort e la sicurezza durante il trasporto, inoltre è consigliabile prevedere una cabina di dimensioni adeguate anche al trasporto di un accompagnatore, per consentire l’utilizzo dell’ascensore anche a disabili non autosufficienti.

7 e 8 febbraio a Torino UNIDANS: disabilità e danza

Si terrà a Torino e a Collegno l’evento italiano di UNIDANS, il progetto europeo che intende valorizzare l’inclusione dei disabili attraverso la danza.

Il progetto UNIDANS è realizzato in collaborazione con lo CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale), la scuola di Formazione Professionale romena Ioan Kunst Ghermānescu di Bucarest e il Club Esportiu Alba di Tarrega in Spagna.

Le due giornate di formazione gratuita organizzate a Torino e a Collegno sono aperta a tutti i tecnici sportivi che vogliono ampliare le proprie conoscenze riguardo le metodologie di insegnamento della danza integrata, che rappresenta una grande opportunità di inclusione per le persone disabili.

Obiettivo dell’incontro del 7 febbraio è quello di realizzare una guida comune di metodologie e buone pratiche sull’insegnamento della danza in contesti in cui sono presenti atleti con e senza disabilità.

Sabato 8, invece, verranno approfonditi i temi disabilità e sport e verrà svolta una lezione pratica dimostrativa con allievi disabili e non.

Un’occasione importante per conoscere nuove realtà impegnate nel rendere la danza sempre più inclusiva e a portata di tutti.

La Nazionale Italiana Atleti di pallacanestro con sindrome di Down è campione del mondo

Per la seconda volta consecutiva la nazionale italiana di basket con sindrome di Down vince il campionato del mondo battendo il Portogallo in finale.

 «Complimenti alla nazionale italiana di basket composta da ragazzi con sindrome di Down. Un Dream Team che si è laureato per la seconda volta campione del mondo! Bravissimi. Applausi a scena aperta».
Così, ha twittato il presidente del Cip, Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli.

Fonte: Corriere.it

Giornata internazionale della disabilità

Oggi è la Giornata Internazionale della Disabilità 2019, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per promuovere i diritti e il benessere delle persone disabili.

Il tema lanciato dalle Nazioni Unite per l’edizione 2019 della Giornata Internazione della Disabilità intende promuovere la partecipazione delle persone con disabilità e la loro leadership, come previsto nell’agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che si impegna a “non lasciare nessuno indietro” e riconosce le diverse disabilità come questioni trasversali, da prendere in considerazione nell’attuazione dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS).

Secondo il rapporto dell’Istat “Conoscere il mondo della disabilità” in Italia sono i disabili sono circa il 5,2% della popolazione (circa 3 milioni e 100 mila persone), molte di questi disabili vivono completamente soli.

Dal 1 gennaio 2020 verrà istituito Ufficio permanente per le persone con disabilità a palazzo Chigi, il suo compito sarà quello di coordinare meglio il lavoro delle diverse amministrazioni locali o statali.

Oltre a questo, il presidente Conte, nell’incontro che si è tenuto oggi a Palazzo Chigi con le Federazioni che rappresentano le persone disabili Fish e Fand, ha annunciato anche che con la nuova legge di Bilancio per il triennio verranno stanziati 830 milioni di euro per le misure a sostegno delle persone disabili.

Anche il Papa oggi ha voluto dare il suo messaggio alle persone disabili, incoraggiando tutti colori che lavorano per le persone disabili a proseguire il loro impegno e servizio.

Varsavia: la città d’Europa più accessibile ai disabili

La Commissione Europea, nell’ambito della decima edizione dell’Access City Award, premia Varsavia come città più accessibile d’Europea, seguita da Castello de la Plana (Spagna) e Skelleftea (Svezia).

Durante la Conferenza annuale europea delle persone con disabilità, che si è tenuta a Bruxelles promossa dalla Commissione europea, in collaborazione con lo European disability Forum, sono stati assegnati i premi alle città che hanno compiuto più sforzi per garantire a tutta la popolazione (indipendentemente dall’età, mobilità o capacità) l’accesso alle risorse e ai servizi offerti dalla città: dall’abbattimento delle barriere architettoniche, tramite anche l’installazione di montascale o ascensori, fino a progetti più specifici per promuovere, diffondere e condividere esempi di buona pratica finalizzati a consentire l’accesso alla vita della città alle persone disabili.

La capitale Polacca si è distinta per aver migliorato considerevolmtente e in breve tempo la propria accessibilità alle persone disabili, diventando un esempio e un modello per tutte le altre città.

Oltre alle prime tre classificate, sono state premiate anche altre realtà che si sono distinte per progetti volti a migliorare lo svolgimento delle attività quotidiane alle persone disabili:

  • La Canea (Grecia) per l’uso della tecnologia per fornire parcheggi accessibili;
  • Tartu (Estonia) per l’approccio dal basso all’accessibilità;
  • Évreux (Francia) per il lavoro svolto sulle disabilità nascoste.