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Tag: sport

Anziani e movimento: qualche consiglio

Col ritorno della bella stagione, la voglia di uscire per fare una passeggiata aumenta: ecco dunque qualche consiglio per fare movimento in sicurezza, anche in età avanzata!

L’attività fisica, se praticata regolarmente, è uno dei modi più sicuri per migliorare il proprio stato di salute e allungare l’aspettativa di vita. Questo accade perché l’allenamento fisico aiuta a mantenere un buon equilibrio di salute del corpo e dei suoi sistemi, a rallentare il fisiologico processo di invecchiamento e a migliorare il tono dell’umore. Inoltre, l’attività fisica aiuta a preservare l’indipendenza funzionale in età avanzata e permette di mantenere una buona qualità di vita.

Il processo di invecchiamento comporta una graduale diminuzione delle capacità funzionali dei vari organi e un progressivo aumento delle malattie croniche, e la velocità del progresso di questo processo viene legata solitamente a tre fattori principali: la componente genetica, lo stile di vita e i fattori psicologici. Mentre sulla componente genetica non è possibile agire, sui fattori esterni e psicologici è invece raccomandabile lavorare, modificando dei comportamenti allo scopo di rallentare il processo di invecchiamento.

L’attività fisica, da sola, è in grado di diminuire il rischio di mortalità per qualsiasi malattia: in particolare, per gli anziani, può aiutare a ridurre il rischio di malattie coronariche, ictus, alcuni tipi di cancro e diabete. Attraverso il movimento si può prevenire l’osteoporosi post-menopausa e ridurre così il rischio di fratture osteoporotiche. Anche la funziona immunitaria generale è migliorata dall’esercizio fisico, così come la salute mentale: l’esercizio produce endorfine, che agiscono come antistress e ci fanno sentire più felici. Svolgerlo in compagnia, poi, aiuta a combattere la depressione e l’isolamento.

Ma come muoversi in sicurezza? Innanzitutto, è fondamentale parlare col proprio medico per valutare il proprio livello di forma fisica e le proprie condizioni di salute che potrebbero influire sulla capacità di svolgere un’attività fisica regolare in condizioni di sicurezza.

Esercizio aerobico, rafforzamento muscolare e allenamento della flessibilità e dell’equilibrio: ecco un buon programma per impostare un allenamento leggero ma regolare. L’attività aerobica si riferisce ad esercizi che richiedono l’apporto di ossigeno verso i muscoli e che allenano cuore e polmoni: occupazioni quali camminate, giri in bicicletta, nuoto sono ottimi esempi di questo tipo di allenamento, così come l’utilizzo di tapis roulant o cyclette. L’allenamento di forza si può portare avanti tramite attività a corpo libero, fasce elastiche o pesi leggeri e alcuni esercizi di yoga. Importante è poi allenare la flessibilità di tutte le fasce muscolari, allungandoli dopo l’attività fisica, e l’equilibrio: questi esercizi si sono rivelati efficaci nella prevenzione delle cadute nelle persone anziane.

Anche l’Oms, a partire dai primi anni del 2000, ha tracciato una strategia di promozione della salute e valorizzazione della persona ultra64enne: è indicata come «Active ageing», dove con questa espressione si intende una concezione dell’invecchiamento volta a promuovere il mantenimento delle capacità fisiche, intellettive, lavorative e sociali dell’anziano, visto come una risorsa per la società e non solo come portatore di bisogni.

Una bella passeggiata all’aperto in compagnia di amiche e amici, alcuni esercizi di allungamento e dei passi di danza: ecco un bel programma possibile per questi pomeriggi estivi, facendo attenzione a mantenere un adeguato livello di idratazione e a non esagerare con l’esposizione al sole e al calore. Buona salute a tutte e tutti!

Sport e disabilità: una breve panoramica storica

L’attività sportiva sta lentamente tornando alla normalità, seppur con qualche limitazione data dai protocolli in uso: dato che la possibilità di praticare uno sport è un diritto per tutte e tutti, persone diversamente abili comprese, proviamo a fare una panoramica sulla storia di questa pratica sportiva.

Ludwig Guttman, neurologo, viene considerato il padre fondatore del movimento sportivo delle persone con disabilità: fu il primo medico che decise di promuovere lo sport come metodo principale di terapia. Nel 1944 venne nominato direttore del Centro Nazionale di ricerca sulle lesioni del midollo spinale dell’ospedale di Stoke Mandeville, cittadina nel cuore dell’Inghilterra: qui, visti gli ottimi risultati derivati dalla pratica sportiva, decise di organizzare i cosiddetti “Giochi di Stoke Mandeville”. Inaugurati nel 1948, i Giochi destarono un interesse crescente anche nei dirigenti del movimento olimpico, che tributarono al dottor Guttman, nel 1956, la Coppa Feanley, un premio dedicato a chi si distingueva per meriti eccezionali nell’espansione degli ideali olimpici.

Anche in Italia, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si sviluppò il concetto di sport come terapia per i neurolesi: autore di questa rivoluzione fu Antonio Maglio, dottore in medicina e chirurgia, nominato nel 1957 Primario del Centro paraplegici di Ostia “Villa Marina”, luogo che divenne preso un punto di riferimento analogo all’ospedale inglese dove operava Guttman.

Nel 1960, a Roma, dalle volontà congiunte di Guttman e Maglio, nascono le Paralimpiadi, altrimenti dette giochi paralimpici: in Italia bisognerà però attendere il 2003 perché veda la luce la legge istitutiva del Comitato Italiano Paralimpico (legge n°189 del 15 luglio 2003) ed il 2004 per il successivo decreto di attuazione (Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 aprile 2004). Queste norme riconoscono pienamente la valenza sociale dell’organismo, che mira a garantire il diritto allo sport in tutte le sue espressioni «promuovendo la massima diffusione della pratica sportiva per disabili in ogni fascia di età e di popolazione», affinché ciascun disabile abbia l’opportunità di migliorare il proprio benessere e di trovare una giusta dimensione nel vivere civile proprio attraverso lo sport quale strumento di recupero, di crescita culturale e fisica nonché di educazione dell’individuo disabile e non.

Il prossimo appuntamento con le Paralimpiadi è quello di Tokyo: previste per il 2020, sono state spostate alla fine dell’estate 2021, dal 24 agosto al 5 settembre, a causa della pandemia da Coronavirus che ha scosso il mondo. 4.400 atleti per 537 eventi medaglia: ad ognuno la specialità per cui fare il tifo!

La Nazionale Italiana Atleti di pallacanestro con sindrome di Down è campione del mondo

Per la seconda volta consecutiva la nazionale italiana di basket con sindrome di Down vince il campionato del mondo battendo il Portogallo in finale.

 «Complimenti alla nazionale italiana di basket composta da ragazzi con sindrome di Down. Un Dream Team che si è laureato per la seconda volta campione del mondo! Bravissimi. Applausi a scena aperta».
Così, ha twittato il presidente del Cip, Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli.

Fonte: Corriere.it

Alex Zanardi batte il record mondiale di Triathlon

Alex Zanardi, pluricampione paraolimpico, compie un’impresa pazzesca all’Ironman Italy Emilia-Romagna, che si è tenuto a Cervia il 19 settembre 2019 e chiude la gara di Triathlon in 8 ore 25 minuti e 30 secondi.

Il 52enne campione bolognese continua a stupire, dopo aver vinto due ori nel campionato mondiale di Paraciclismo di Emmen nel cronometro individuale e in staffetta, percorre in meno di 8 ore e mezza 3,86 km a nuoto, 180,260 km in bicicletta e 42,195 km di corsa e ritocca ulteriormente il proprio record (8h 26m06s).

Alex Zanardi è un pilota automobilistico, che in seguito ad un grave incidente in pista, ha subito l’amputazione di entrambe le gambe; da allora ha intrapreso una nuova carriera sportiva nel paraciclismo, dove attualmentente corrre in handbike, e ha partecipato a varie manifestazioni per atleti disabili.

Bebe Vio vince l’oro ai Mondiali Paraolimpici 2019

Un’altra vittoria per l’atleta paraolimpica Bebe Vio, che ai Mondiali Paraolimpici in corso a Cheongju, in Corea del Sud, conquista la sua terza medaglia d’oro nel fioretto femminile categoria B.

Dopo l’Ungheraia nel 2015 e Roma nel 2017, questo è il terzo titolo mondiale per la giovane campionessa paraolimpica italiana.

Sono contenta perché non è facile confermarsi. Passano gli anni, cambiano le avversarie ed è sempre più difficile e per questo anche più divertente. Io sto lavorando per cambiare e migliorare la mia scherma ed i risultati dicono che stiamo facendo un buon lavoro» è il commento a caldo di Bebe, subito dopo la vittoria.

Bebe Vio è una schermitrice italiana campionessa paraolimpica, mondiale ed europea di fioretto individuale, Bebe è nata nel 1997 a Venezia e pratica il fioretto fin dall’età di 5 anni; quando ha 11 anni viene colpita da una meningite fulminante e dovette subire l’amputazione delle gambe e di emtrambi gli avambracci. Grazie a una speciale protesi riuscì a riprendere l’attività sportiva anche a livello agonistico. Da allora si è impegnata nella promozione e nella diffusione della conoscenza del scherma su sedie a rotelle e dello sport paraolimpico.

Fonte: Corriere.

Mondiali Nuoto Paraolimpico 2019 all’insegna dell’accessibilità

Si sono conclusi domenica i Mondiali di Nuoto Paraolimpico 2019, che si sono tenuti a Londra al London Aquatics Centre, una struttura costruita nel 2012 per ospitare le olimpiadi e le paraolimpiadi, e che ha visto la nazionale italiana di nuoto paraolimpico aggiudicarsi il primo posto nel medagliere con un risultato storico.

La nazionale italiana di nuoto è riuscita a conquistare ben 50 medaglie: 20 ori, 18 argenti e 12 bronzi; superando i team di Stati Uniti, Gran Bretagna, Ucraina, Cina e Russia.

L’Italia del nuoto paralimpico, conquistando la vetta del Medagliere dei Mondiali di Londra (20 ori, 18 argenti e 12 bronzi) ha scritto un altro pezzo di storia dello sport internazionale. Un successo che ci proietta in cima al mondo come eccellenza sportiva. Si tratta di un risultato frutto dello straordinario lavoro messo in campo dalla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, guidata dal Presidente Roberto Valori, e da un team eccezionale coordinato dal CT Riccardo Vernole. Questo gruppo ha saputo costruire, negli ultimi anni, le basi di un successo incredibile“, ha dichiarato il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli.

London Aquatics Center, una struttura accessibile

I mondiali di nuoto paraolimpico si sono tenuti nella struttura costruita nel 2012 per ospitare i giochi olimpici e paraolimpici, e comprende due vasche di 50 metri per il nuoto e una piscina di 25 metri per i tuffi. L’architetto Zaha Hadid ha progettato già nel 2008 un impianto inclusivo e accessibile, senza rampe, montascale o piattaforme elevatrici.

Tutti gli spazi sono stati realizzati per essere fruiti anche da persone disabili: gli spogliatoi, i bagni e anche gli spalti che accolgono due milioni di visitatori prevedono ampi passaggi e una totale assenza di barriere architettoniche.

Fonte: Repubblica e Disabili.com

Piscine accessibili: lo sport è un diritto di tutti

La legge garantisce il diritto di praticare sport a tutte le persone, comprese le persone con disabilità transitoria o permanente: il decreto ministeriale 236 del 1989, infatti, impone l’obbligo di rendere accessibili anche ambienti destinati ad attività sportive, come per esempio le piscine.

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Tutti gli edifici che ospitano al loro interno attività sportive, comprese palestre privati, stadi, palazzetti e piscine devono quindi prevedere ingressi e percorsi che consentano ai disabili in carrozzina e alle persone con ridotta capacità motoria di accedere agli ambienti interni e fruire degli spazi e delle attrezzature presenti, oltre a questo nella struttura deve essere presente almeno un bagno per disabili in ogni piano della struttura.

Piscine accessibili: cosa serve

Una piscina accessibile deve garantire l’accesso e l’utilizzo delle vasche alle persone disabili, che devono quindi trovare spazi e attrezzature adeguate al passaggio di una carrozzina, ma anche impianti di sollevamento e rampe che consentano di entrare in piscina in modo sicuro.

L’accessibilità di un edificio inizia nel parcheggio, dove devono essere presenti dei posti riservati alle persone con disabilità, di norma questi spazi devono trovarsi vicino all’ingresso.

Oltre a questo sarà necessario prevedere:

  • percorsi e spazi adatti al passaggio di una carrozzina
  • bagni e spogliatoi che consentano alle persone disabili di muoversi con facilità
  • ingresso alle vasche facilitato da rampescalette o sollevatori meccanici
  • percorsi tattici per le persone ipovedenti o cieche
  • se sono presenti rampe di scale o dislivelli elevati si può prevedere la presenza di un ascensore o un montascale con pedana, adatto anche al trasporto di carrozzelle.

Sicurezza per tutti

La piscina è un luogo che può diventare particolarmente pericolo anche per le persone che non presentano difficoltà motorie, l’ambiente umido e la presenza dell’acqua, infatti, può rendere i pavimenti particolarmente scivolosi. Proprio per questo i pavimenti presenti all’interno degli ambienti devono essere antiscivolo. Anche la presenza di corrimani è fondamentale, non solo in presenza di gradini o rampe, ma anche nei bagni o nei corridoi, il corrimano può evitare scivolamenti e cadute pericolose e fornire un appoggio sicuro alle persone che ne hanno bisogno.

I benefici del nuoto e della riabilitazione in acqua

Il nuoto è uno sport con pochissime controindicazioni e moltissimi benefici per tutti, fra cui:

  • sviluppo della resistenza e della flessibilità di muscoli e legamenti
  • favorimento di uno sviluppo equilibrato muscolo-scheletrico
  • aiuto nella perdita e nel controllo del peso essendo lo sport con il maggior consumo di calorie
  • supporto per la salute del cuore: nuotare dona energia al cuore prevenendo il rischio di patologie cardiache e rafforza i muscoli pettorali, delle spalle e degli arti
  • riduzione dello stress grazie alla produzione di endorfine e donando una sensazione di rilassamento non solo per il corpo, ma anche per la mente.

Le attività in acqua, soprattutto gli esercizi riabilitativi con terapisti esperti, possono essere molto importanti per le persone disabili o con ridotte capacità motorie: l’acqua, infatti, permette una maggiore possibilità di movimento, caricando meno peso sulle parti lese, il corpo infatti risulta più leggero. La riabilitazione in acqua consente di ridurre il dolore, di migliorare la postura e di effettuare esercizi e movimenti più efficaci per il benessere della persona.