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Autore: Redazione

Anziani e movimento: qualche consiglio

Col ritorno della bella stagione, la voglia di uscire per fare una passeggiata aumenta: ecco dunque qualche consiglio per fare movimento in sicurezza, anche in età avanzata!

L’attività fisica, se praticata regolarmente, è uno dei modi più sicuri per migliorare il proprio stato di salute e allungare l’aspettativa di vita. Questo accade perché l’allenamento fisico aiuta a mantenere un buon equilibrio di salute del corpo e dei suoi sistemi, a rallentare il fisiologico processo di invecchiamento e a migliorare il tono dell’umore. Inoltre, l’attività fisica aiuta a preservare l’indipendenza funzionale in età avanzata e permette di mantenere una buona qualità di vita.

Il processo di invecchiamento comporta una graduale diminuzione delle capacità funzionali dei vari organi e un progressivo aumento delle malattie croniche, e la velocità del progresso di questo processo viene legata solitamente a tre fattori principali: la componente genetica, lo stile di vita e i fattori psicologici. Mentre sulla componente genetica non è possibile agire, sui fattori esterni e psicologici è invece raccomandabile lavorare, modificando dei comportamenti allo scopo di rallentare il processo di invecchiamento.

L’attività fisica, da sola, è in grado di diminuire il rischio di mortalità per qualsiasi malattia: in particolare, per gli anziani, può aiutare a ridurre il rischio di malattie coronariche, ictus, alcuni tipi di cancro e diabete. Attraverso il movimento si può prevenire l’osteoporosi post-menopausa e ridurre così il rischio di fratture osteoporotiche. Anche la funziona immunitaria generale è migliorata dall’esercizio fisico, così come la salute mentale: l’esercizio produce endorfine, che agiscono come antistress e ci fanno sentire più felici. Svolgerlo in compagnia, poi, aiuta a combattere la depressione e l’isolamento.

Ma come muoversi in sicurezza? Innanzitutto, è fondamentale parlare col proprio medico per valutare il proprio livello di forma fisica e le proprie condizioni di salute che potrebbero influire sulla capacità di svolgere un’attività fisica regolare in condizioni di sicurezza.

Esercizio aerobico, rafforzamento muscolare e allenamento della flessibilità e dell’equilibrio: ecco un buon programma per impostare un allenamento leggero ma regolare. L’attività aerobica si riferisce ad esercizi che richiedono l’apporto di ossigeno verso i muscoli e che allenano cuore e polmoni: occupazioni quali camminate, giri in bicicletta, nuoto sono ottimi esempi di questo tipo di allenamento, così come l’utilizzo di tapis roulant o cyclette. L’allenamento di forza si può portare avanti tramite attività a corpo libero, fasce elastiche o pesi leggeri e alcuni esercizi di yoga. Importante è poi allenare la flessibilità di tutte le fasce muscolari, allungandoli dopo l’attività fisica, e l’equilibrio: questi esercizi si sono rivelati efficaci nella prevenzione delle cadute nelle persone anziane.

Anche l’Oms, a partire dai primi anni del 2000, ha tracciato una strategia di promozione della salute e valorizzazione della persona ultra64enne: è indicata come «Active ageing», dove con questa espressione si intende una concezione dell’invecchiamento volta a promuovere il mantenimento delle capacità fisiche, intellettive, lavorative e sociali dell’anziano, visto come una risorsa per la società e non solo come portatore di bisogni.

Una bella passeggiata all’aperto in compagnia di amiche e amici, alcuni esercizi di allungamento e dei passi di danza: ecco un bel programma possibile per questi pomeriggi estivi, facendo attenzione a mantenere un adeguato livello di idratazione e a non esagerare con l’esposizione al sole e al calore. Buona salute a tutte e tutti!

Caregiver: agevolazioni e fondi regionali

Come abbiamo visto in un altro articolo, la legge di Bilancio 2019 ha previsto l’istituzione di un Fondo «per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver», per il quale però non sono ancora stati emanati i decreti attuativi. Esistono però delle altre possibilità di avere agevolazioni, in particolare attraverso dei fondi regionali: vediamo come è possibile attingervi. Qui un’utile guida dell’INAIL sull’argomento.

Già la legge 104/1992 prevedeva tre permessi mensili retribuiti in favore del familiare che assiste un disabile riconosciuto ai sensi dell’art. 3 comma 3 della legge 104/1992, a patto che questi non sia ricoverato a tempo pieno.

Nell’art. 42, comma 5, del D.Lgs. 151 del 2001 è contenuta un’altra importante agevolazione: la possibilità di ottenere un congedo straordinario della durata massima di due anni nell’arco della vita lavorativa, anche frazionati nel tempo, indipendentemente dal numero di persone disabili assistite. In questo caso viene corrisposta un’indennità pari alla retribuzione percepita nell’ultimo mese di lavoro precedente il congedo.

I caregiver possono anche accedere all’Ape sociale, una particolare forma di anticipo pensionistico, vincolato però all’età (bisogna avere 63 anni) e all’anzianità contributiva versata o accreditata (almeno 30 anni di contributi).

In assenza di una normativa quadro statale, sono però le regioni a tutelare maggiormente i caregiver: la prima regione a prevedere queste tutele è stata l’Emilia Romagna, che dal 2014 si è dotata di una legge regionale (2/2014) che raccoglie le «Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare (persona che presta volontariamente cura e assistenza)». Un’intera sezione del sito è dedicata alla figura del caregiver, con approfondimenti, norme e atti e link utili. Con la Legge regionale l’Emilia-Romagna «riconosce e valorizza la figura del caregiver familiare in quanto componente informale della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari», con l’intenzione di rendere più omogenee le risposte nei diversi territori, valorizzare l’apporto di queste figure e sostenerle nella loro vita anche attraverso un rapporto più strutturato con la rete dei servizi, l’associazionismo non profit e il volontariato. Anche Lombardia, Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Piemonte, Lombardia e Sardegna si stanno muovendo sulle orme dell’Emilia Romagna: sui siti web regionali si possono trovare le normative aggiornate e tutte le iniziative messe in campo fino ad oggi.

Sport e disabilità: una breve panoramica storica

L’attività sportiva sta lentamente tornando alla normalità, seppur con qualche limitazione data dai protocolli in uso: dato che la possibilità di praticare uno sport è un diritto per tutte e tutti, persone diversamente abili comprese, proviamo a fare una panoramica sulla storia di questa pratica sportiva.

Ludwig Guttman, neurologo, viene considerato il padre fondatore del movimento sportivo delle persone con disabilità: fu il primo medico che decise di promuovere lo sport come metodo principale di terapia. Nel 1944 venne nominato direttore del Centro Nazionale di ricerca sulle lesioni del midollo spinale dell’ospedale di Stoke Mandeville, cittadina nel cuore dell’Inghilterra: qui, visti gli ottimi risultati derivati dalla pratica sportiva, decise di organizzare i cosiddetti “Giochi di Stoke Mandeville”. Inaugurati nel 1948, i Giochi destarono un interesse crescente anche nei dirigenti del movimento olimpico, che tributarono al dottor Guttman, nel 1956, la Coppa Feanley, un premio dedicato a chi si distingueva per meriti eccezionali nell’espansione degli ideali olimpici.

Anche in Italia, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si sviluppò il concetto di sport come terapia per i neurolesi: autore di questa rivoluzione fu Antonio Maglio, dottore in medicina e chirurgia, nominato nel 1957 Primario del Centro paraplegici di Ostia “Villa Marina”, luogo che divenne preso un punto di riferimento analogo all’ospedale inglese dove operava Guttman.

Nel 1960, a Roma, dalle volontà congiunte di Guttman e Maglio, nascono le Paralimpiadi, altrimenti dette giochi paralimpici: in Italia bisognerà però attendere il 2003 perché veda la luce la legge istitutiva del Comitato Italiano Paralimpico (legge n°189 del 15 luglio 2003) ed il 2004 per il successivo decreto di attuazione (Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 aprile 2004). Queste norme riconoscono pienamente la valenza sociale dell’organismo, che mira a garantire il diritto allo sport in tutte le sue espressioni «promuovendo la massima diffusione della pratica sportiva per disabili in ogni fascia di età e di popolazione», affinché ciascun disabile abbia l’opportunità di migliorare il proprio benessere e di trovare una giusta dimensione nel vivere civile proprio attraverso lo sport quale strumento di recupero, di crescita culturale e fisica nonché di educazione dell’individuo disabile e non.

Il prossimo appuntamento con le Paralimpiadi è quello di Tokyo: previste per il 2020, sono state spostate alla fine dell’estate 2021, dal 24 agosto al 5 settembre, a causa della pandemia da Coronavirus che ha scosso il mondo. 4.400 atleti per 537 eventi medaglia: ad ognuno la specialità per cui fare il tifo!

Agevolazioni fiscali: valgono anche per chi è in affitto?

Il 2021 sembra un anno perfetto per quanti vogliano realizzare un montascale nella propria abitazione, viste le numerose agevolazioni fiscali disponibili. La buona notizia, per chi ha un contratto di locazione (affitto), è che queste agevolazioni sono disponibili anche per questa tipologia di clienti.

L’installazione di un impianto per abbattere le barriere architettoniche all’interno di una casa o di un appartamento in affitto è sempre consentita, anche senza il consenso del locatore, a patto che, alla conclusione del contratto, il conduttore (ossia l’affittuario) restituisca la «cosa locata» (nel nostro caso, l’appartamento o la casa) «nello stato medesimo in cui l’ha ricevuta» (art. 1590 del Codice Civile), eventualmente rimuovendo eventuali aggiunte senza che questo provochi danno all’appartamento (art. 1593 C.C.). Questo significa che, salvo stabilito diversamente, le spese per la realizzazione delle modifiche sono a carico dell’affittuario, che dovrà rimuovere tali interventi allo scadere del contratto di locazione.

In caso il conduttore voglia apportare dei miglioramenti, però, può richiederne il consenso al locatore (colui o colei che affitta l’immobile): in caso questo venga accordato, il locatore deve pagare «un’indennità corrispondente alla minor somma tra l’importo della spesa e il valore del risultato utile al tempo della riconsegna» (art. 1592 C.C.).

Chi è in affitto può dunque accedere alla detrazione IRPEF del 50% per installare un montascale a poltroncina, essendo una detrazione riservata a persone fisiche.

Un altro contributo in denaro per cui si può fare richiesta è quello previsto dalla Legge 13/89, che riguarda interventi per favorire il superamento e l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. In questo caso, per richiedere il contributo, è richiesto un atto che provi l’assenso del locatario all’intervento.

Disabilità e vaccinazioni: il punto della situazione

Il Generale Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, ha firmato settimana scorsa una nuova ordinanza, la n. 8/2021, che disciplina la prenotazione delle vaccinazioni per le persone con disabilità e i loro caregiver nelle varie regioni.

La vaccinazione dei soggetti più anziani procede speditamente: gli over 80 sono infatti in testa alla classifica del numero dei vaccini somministrati per categoria. Al secondo posto sono i Soggetti Fragili e Caregiver, su cui si è focalizzata l’attenzione del Commissario: l’ordinanza appena uscita, infatti, prevede che le Regioni e le Province Autonome debbano provvedere «con immediatezza» ad attivare un portale pubblico telematico di prenotazione della seduta vaccinale «dedicato alle persone con disabilità grave ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 104/1992 e ai familiari conviventi, assistenti (caregiver), genitori/tutori/affidatari» (art. 1). A questo andrà affiancato un servizio di assistenza telefonica alla prenotazione, complementare al portale.

Il sistema di prenotazione sarà accessibile tramite il Codice fiscale e il numero di Tessera Sanitaria della persona con disabilità grave, e permetterà di prenotare la seduta vaccinale per sé e per i familiari conviventi, per i genitori, tutori o affidatari e due assistenti (caregiver): il numero dei caregiver potrebbe essere esteso in situazioni specifiche, che verranno valutate singolarmente.

Questo servizio sarà utile anche a soggetti non vaccinabili per controindicazioni sanitarie o perché minori (che non abbiano, per esempio, vaccini indicati per la loro fascia di età): a questi sarà comunque garantito l’accesso per poter prenotare la vaccinazione per familiari conviventi, genitori, tutori o affidatari e caregiver.

Il secondo articolo dell’ordinanza riguarda le persone disabili impossibilitate a recarsi presso le sedi vaccinali: anche per loro e per i familiari conviventi e caregiver è prevista la possibilità di ricevere la vaccinazione, attraverso speciali team vaccinali inviati a domicilio.

«Carneade! Chi era costui?» Alla ricerca del caregiver familiare in Italia

Proprio come uno smarrito don Abbondio si interroga, all’inizio dell’ottavo capitolo del Promessi sposi, di fronte al nome di un oscuro filosofo greco, così potremmo fare noi di fronte al termine caregiver, ormai presente in ogni discussione che riguardi l’assistenza a familiari anziani o disabili.

Caregiver, dunque: chi è costui? La legge 205 del 2017 (legge di bilancio 2018) ha introdotto la definizione di caregiver familiare: questi è una persona che assiste volontariamente, in modo gratuito e responsabile, il coniuge, il convivente o un familiare che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé.

Non un o una badante, dunque, che offre un’assistenza professionale, ma un familiare, che si prende cura liberamente e a titolo gratuito della persona assistita.

Nonostante l’introduzione della definizione, la figura del caregiver familiare, in Italia, è ancora in attesa di essere riconosciuta con una legge dello Stato: a differenza di altri stati europei, quali Francia, Spagna, Germania e Inghilterra, chi si prende cura in maniera gratuita e non professionale di un familiare in condizioni di non autosufficienza a causa di una malattia o una disabilità, lo fa senza alcuna protezione sociale.

Sembra però che la situazione stia cambiando: lo scorso 27 ottobre è stato sbloccato con un decreto del dipartimento per le Politiche della famiglia il Fondo «per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver» istituito con la legge 205 del 2017, la stessa che ne ha introdotto la definizione.

In questo particolare momento storico, il tema del caregiver è prioritario e di grandissima attualità, sia dal punto di vista del riconoscimento giuridico che da quello delle attuali politiche di priorità vaccinale.

Ma c’è di più: oltre al riconoscimento del ruolo fondamentale che questa figura ricopre nell’universo del welfare familiare italiano, lo Stato pare essere pronto a riconoscere sostegni e vantaggi. Scopriamo come nel prossimo articolo!

Anziani e coronavirus: come passare le giornate a casa

L’emergenza sanitaria del Coronavirus sta modificando le abitudini e le attività quotidiane di tutte le persone, primi fra tutti gli anziani che sono invitati a non uscire di casa e a limitare il più possibile i contatti sociali.

Queste limitazioni possono sconvolgere e modificare la vita di molte persone anziane, che sono abituate a fare passeggiate giornaliere all’aria aperta, ad andare a fare la spesa nei negozi di fiducia del quartiere oppure a giocare a carte con gli amici al circolo anziani, per tutelare la propria salute, in questo momento è necessario rinunciare a tutte queste attività.

Suggerimenti per affrontare questo periodo di limitazioni

Passare intere giornate in casa può essere molto noioso, soprattutto per una persona anziana che vive da sola, quindi ecco alcuni suggerimenti per distrarsi e far passare il tempo, cercando anche di non dimenticare alcune regole di benessere:

  • fare movimento fisico: anche se costretti in casa è necessario non dimenticare di effettuare movimento fisico, piccole passeggiate in casa o in giardino possono essere salutari ed aiutare a mantenersi attivi;
  • fare giochi di enigmistica per tenere allenato il cervello;
  • muoversi sempre in sicurezza in casa: è importante evitare cadute e incidenti domestici, per questo è bene utilizzare sempre il montascale per salire e scendere le scale, anche se ci si sente in grado di affrontarle in modo autonomo; è importante, inoltre, mettere in sicurezza l’ambiente del bagno con piccoli accorgimenti anticaduta e antiscivolo;
  • telefonare a parenti e amici: per mantenere contatti sociali è necessario prediligere il telefono alle visite, in questo modo si potranno mantenere relazioni sociali senza correre rischi;
  • chiedere sempre allo stesso familiare un aiuto per la spesa alimentare, l’acquisto di medicine ecc: limitando i contatti sociali ad una sola persona, si riuscirà a contenere le possibilità di contagio;
  • guardare film in televisione: ai programmi di attualità e aggiornamento meglio affiancare film rilassanti e divertenti che aiutino a diminuire l’ansia e le preoccupazioni inevitabili in questo periodo;
  • giocare a carte: se vivete con altre persone o familiari passate più tempo insieme, in compagnia il tempo passa più velocemente;
  • scegliere un hobby per rilassarsi: lavorare a maglia, fare giardinaggio, leggere un libro o altri passatempi possono aiutare a trascorrere le giornate più serenamente.

Numeri utili in caso di Emergenza Coronavirus

In caso di febbre, tosse o sintomi influenzali è necessario contattare il proprio medico curante e non recarsi autonomamente in pronto soccorso. Se il medico curante non dovesse essere disponibile è possibile contattare il numero verde messo a disposizione dalla propria regione e dedicato all’emergenza Coronavirus.

Numeri verdi regionali

  • Basilicata: 800 99 66 88
  • Calabria: 800 76 76 76
  • Campania: 800 90 96 99
  • Emilia-Romagna: 800 033 033
  • Friuli Venezia Giulia: 800 500 300
  • Lazio: 800 11 88 00
  • Lombardia: 800 89 45 45
  • Marche: 800 93 66 77
  • Piemonte:
    800 19 20 20 attivo 24 ore su 24
    800 333 444 attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 20
  • Provincia autonoma di Trento: 800 867 388
  • Provincia autonoma di Bolzano: 800 751 751
  • Puglia: 800 713 931
  • Sardegna: 800 311 377
  • Sicilia: 800 45 87 87
  • Toscana: 800 55 60 60
  • Umbria: 800 63 63 63
  • Val d’Aosta: 800 122 121
  • Veneto: 800 462 340

Alcune regioni hanno messo a disposizione anche altri numeri di telefono dedicati alle situazioni di emergenza:

  • Abruzzo
    ASL n. 1 L’Aquila:118
    ASL n. 2 Chieti-Lanciano-Vasto: 800 860 146
    ASL n. 3 Pescara: 118
    ASL n. 4 Teramo: 800 090 147
  • Liguria: 112
  • Molise: 0874 313000 e 0874 409000
  • Piacenza: 0523 317979: attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13

Numero di pubblica utilità 1500

Attivo anche il numero di pubblica utilità 1500 del Ministero della Salute.

112 Numero unico di emergenza

Contattare il 112 oppure il 118 soltanto se strettamente necessario, in caso di febbre alta e difficoltà di respirazione.

Ascensori per disabili: misure minime e caratteristiche

Gli ascensori per disabili sono un’ottima soluzione per rendere accessibili e abbattere le barriere architettoniche in palazzi, condomini e luoghi pubblici a tutte le persone: disabili in carrozzina, ma anche persone con difficoltà motorie o genitori con bambini in passeggino. Sono utili anche per migliorare la mobilità domestica in abitazioni su più piani, rendendo più agevoli gli spostamenti e il trasporto di carichi come per esempio borse della spesa o casse d’acqua.

Ascensori per disabili dimensioni minime per edifici di nuova costruzione

Gli ascensori per disabili devono avere caratteristiche e misure particolari per consentire alle persone in carrozzina di utilizzarli in maniera sicura, pratica e autonoma.

La legge stabilisce caratteristiche particolari per gli ascensori interni o esterni presenti in edifici di nuova costruzione differenti a seconda della loro destinazione d’usoIn tutti gli edifici di nuova costruzione:

  • ascensore per disabili in edificio ad uso non residenziale: dovrà prevedere cabine con profondità minima di 140 cm per 110 cm di larghezza e porta con una luce di almeno 80 cm; lo spazioantistante la cabina dovrà essere di almeno 150×150 cm per constire l’accesso e lo sbarco alle carrozzine senza difficoltà.
  • ascensore per disabili in edificio ad uso residenziale: la cabina dell’elevatore dovrà avere le seguenti dimensioni minime 130 cm di profondità per 95 cm di larghezza e come per quelli ad uso non residenziale, dovrà garantire uno spazio antistante di almeno 150 x150 cm.

Ascensori per disabili in edifici esistenti

La progettazione di un ascensore per disabili da installare in un edificio esistente deve tenere conto di misure leggermenti inferiori rispetto agli elevatori per disabili per palazzi di nuova costruzione:

  • la cabina dovrà avere una profondità di almento 120 cm di profondità e di 80 cm di larghezza, mentre la  dovrà essere di almento 75 cm e lo spazio minimo antistante la cabina deve essere 140×140 cm.

Altre caratteristiche obbligatorie e non per gli elevatori per disabili

Oltre a specifiche misure sono previste alcune caratteristiche obbligatorie nella progettazione di un ascensore per disabili per garantire un utilizzo facile e sicuro alle persone in carrozzina:

  • porte automatiche sia in cabina che al piano;
  • cabina spaziosa per consentire l’accesso e il movimento al suo interno della sedia a rotelle;
  • sensori fotocellule che bloccano le porte in caso di impedimento;
  • campanello di allarme e telefono di emergenza ad un’altezza compresa tra 110cm e 130cm;
  • pulsantiera di comando interna ed esterna ad altezza adeguata dotate anche di rilievo in braile per non vedenti;
  • spia luminosa per segnalare l’arrivo di una chiamata e per la segnalazion;
  • luce di emergenza;
  • pavimento della cabina in linea con quello del pianerottolo, con una tolleranza massima di 2 cm;
  • stazionamento al piano a porte chiuse;
  • segnalazione sonora di arrivo al piano.

Per agevolare l’utilizzo dell’ascensore da parte di persone disabili è possibile installare un corrimano all’interno della cabina che consentirà di migliorare il comfort e la sicurezza durante il trasporto, inoltre è consigliabile prevedere una cabina di dimensioni adeguate anche al trasporto di un accompagnatore, per consentire l’utilizzo dell’ascensore anche a disabili non autosufficienti.

Montascale per anziani e disabili: tipologie e caratteristiche tecniche

Il montascale o servoscala è un impianto di sollevamento verticale, che permette di abbattere le barriere architettoniche e superare una o più rampe di scale in modo pratico e sicuro, con costi più contenuti rispetto a un ascensore per la casa.

Il montascale semplifica la vita quotidiana delle persone con difficoltà motorie e permette loro di muoversi in modo indipendente, sicuro e pratico.{index}

Come è fatto un montascale per disabili e anziani

Esistono varie tipologie di servoscala con caratteristiche differenti per rispondere alle diverse esigenze di utilizzo di persone anziane, disabili o con difficoltà motorie.

I servoscala sono composti dai seguenti componenti principali:

  • Pedana o seduta ribaltabile: è la parte del montascale destinata all’utilizzatore, dove è possibile sedersi o posizionare la carrozzina per disabili;
  • Spalliera: parte verticale e non ribaltabile, che si aggancia alla guida del montascale;
  • Veicolo: costituito dalla parte richiudibile e dalla spalliera del montascale;
  • Guida: parte fissa del montascale, su cui scorre il veicolo, che può essere dotata di una parte dentata o può apparire come un semplice corrimano.
    A seconda della tipologia dell’impianto può essere diritta o curva.

Come funziona un montascale

I servoscala sono alimentati dall’energia elettrica e necessitano quindi di un collegamento elettrico, il loro consumo è molto ridotto e non andrà a modificare l’importo della bolletta. Il funzionamento del montascale è piuttosto semplice la seduta o la piattaforma viene fatta salire o scendere attraverso un sistema di trazione che può essere di diversi tipi:

  • Pignone e cremagliera: il motore elettrico fa muovere il montascale lungo il percorso della scala attraverso l’azionamento di una ruota dentata che si inserisce all’interno della cremagliera che si trova lungo la guida.
  • Aderenza: il motore elettrico aziona dei rulli che aderiscono a pressione alla guida. La rotazione dei rulli fa salire e scendere il servoscala.
  • Fune: la seduta o la piattaforma è attaccata a una fune che viene trainata dal motore che si trova all’esterno del veicolo, è la soluzione più confortevole in quanto la parte dedicata all’utilizzatore non risente delle vibrazioni del motore.

Montascale fissi

I montascale fissi sono impianti di sollevamento verticali, che vengono installati in modo permanente alla scala, devono essere montati da tecnici qualificati e possono essere utilizzati in completa autonomia dalla persona trasportata.

Le caratteristiche versatili e gli ingombri ridotti permettono ai montascale a poltroncina o con pedana di essere installati in qualsiasi ambiente o tipologia di scala, in abitazioni private, condomini o all’esterno per superare le barriere architettoniche presenti. La progettazione dell’impianto su misura consente di soddisfare le diverse necessità delle persone utilizzatrici.

Montascale mobili

Questa tipologia di servoscala permette il superamento di tutte le barriere architettoniche, sia interne che esterne, sia che si tratti di diverse rampe di scale sia di pochi gradini. I montascale a cingoli o a ruote non necessitano di alcuna installazione fissa, sono pieghevoli e trasportabili da un luogo all’altro.

A seconda del modello possono trasportare disabili in carrozzina, agganciando la sedia a rotelle alla struttura; in alternativa sono dotati di una seduta per persone anziane o con difficoltà motorie. Tutte le tipologie di montascale mobili prevedono la presenza di un accompagnatore, che guida il servoscala in modo facile e senza fatica, non è quindi possibile utilizzare l’impianto in modo autonomo senza l’aiuto di una terza persona, come invece accade per i montascale fissi.

Poltroncina montascale

Il montascale a poltroncina è la soluzione ideale per superare in modo pratico e sicuro una o più rampe di scala all’interno della propria abitazione. La maggior parte dei montascale a poltroncina possono essere installati anche all’esterno e sono dotati di un telo di protezione per proteggerli dagli agenti atmosferici.

A seconda del modello le poltroncine montascale sono in grado di superare una o più rampe di scale:

  • poltroncina a guida curva: grazie alla guida curva il montascale è in grado di effettuare percorsi con pianerottoli o curve.
  • poltroncina a guida dritta: consente di superare una sola rampa di scale dritte.

Montascale a piattaforma/pedana

Il servoscala con pedana è un montascale per disabili che consente alle persone in carrozzina di superare una o più rampe di scale in modo autonomo e sicuro. Questo tipo di impianto è dotato di una pedana dove posizionare la sedia a rotelle durante il trasporto e di comandi di azionamento facili e intuitivi.

Può essere installato sia all’esterno che all’interno e a seconda del modello può superare una o più rampe di scale. Il suo ingombro è davvero minimo quando non viene utilizzato, la pedana può essere ripiegata e le diverse dimensioni disponibili consentono al montascale di adattarsi allo spazio a disposizione.

Il servoscale con pedana può essere utilizzato anche per il trasporto di piccoli carichi o di bambini in passeggino accompagnati da un adulto, è, quindi, la soluzione ideale per rendere accessibili anche edifici ed uffici aperti al pubblico o per superare barriere architettoniche esterne come per esempio le rampe di scale che permettono di raggiungere una stazione della metropolitana.

Montascale con guida curva

Per superare più rampe di scale con pianerottoli, la soluzione ideale è l’installazione di un montascale a guida curva; la parte su cui scorre la poltroncina o la pedana è infatti realizzata su misura e segue la struttura della scala, permettendo così al montascale di superare curve o pianerottoli durante la sua corsa.

Montascale con guida dritta

Un montascale per rampe dritte permette di superare una sola rampa di scala, la sua struttura più semplice lo rende meno costoso rispetto a un modello per scale a più piani, ma deve comunque essere realizzato su misura, per adattarsi perfettamente alla scala su cui deve essere installato.

Sicurezza

Tutti i modelli di montascale in commercio devono essere certificati secondo le normative internazionali (ISO 9001) ed europee (EN 29001) e sono quindi provvisti di dispositivi di sicurezza per il trasporto delle persone, per esempio:

  • pedana in materiale antiscivolo
  • fermata automatica in caso di ostacolo sul percorso
  • funzionamento a “uomo presente” in modo tale da evitare l’azionamento accidentale del montascale
  • cinture di sicurezza, braccioli e corrimano per le persone trasportate.

I benefici di un montascale

I benefici dell’utilizzo di un servoscale sono notevoli, salire e scendere le scale in sicurezza e senza fatica migliora la qualità di vita non solo delle persone anziane e disabili, ma anche dei loro familiari.

  • Indipendenza: sia per le persone anziane che per i disabili potersi muovere autonomamente all’interno della propria casa è un aspetto estremamente importante, l’installazione di un montascale a poltroncina o con pedana permette di salire e scendere le scale senza l’aiuto di un accompagnatore; non sarà necessario cambiare casa o portare la camera dal letto al piano terreno, grazie al montascale si potranno abitare e sfruttare tutti i piani dell’abitazione in totale sicurezza e autonomia.
  • Sicurezza: le scale sono fra le zone più pericolose della casa affrontare i gradini per persone con ridotte capacità motorie può risultare rischioso e comportare infortuni anche gravi.
  • Ingombro ridotto: i modelli di montascale a poltroncina o a pedana in commercio occupano pochissimo spazio, se non utilizzati dispongono di parti ribaltabili che ne limitano l’ingombro e permettono un utilizzo tradizionale della scala.
  • Flessibilità: i montascale sono realizzati su misura, in questo modo il servoscale si adatta perfettamente a tutti i tipi di scale, anche con più rampe, curve e pianerottoli.

Agevolazioni 2020 per l’acquisto e l’installazione di un montascale

L’acquisto e l’installazione di un montascale per disabili o anziani consente di accedere a diverse agevolazioni fiscali e detrazioni previste per legge, fra cui la possibilità di detrarre il 50% della spesa nella dichiarazione dei redditi. Scopri di più nel nostro approfondimento.

Coronavirus e disabili: tutte le misure straordinarie

La presenza del Coronavirus o Covid 19 in Lombardia e Veneto ha portato all’adozione di misure straordinarie per contenere il contagio e preservare così anche le persone più deboli come disabili e anziani.

I provvedimenti adottati dal Governo il 22 febbraio 2019 hanno inevitabili conseguenze anche sulle condizioni delle persone disabili, così FISH (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) e FAND (Federazione fra le associazioni nazionali delle persone con disabilità) ha voluto in un comunicato spiegare come le misure straordinarie possono interessare i disabili e mettendo in evidenza le problematiche che potranno insorgere nella quotidianità di queste persone: dalla chiusura dei centri diurni per contenere i contagi, alla possibile quarantena che potrebbe indebolire la rete di assistenza e supporto, fino all’attivazione di canali di comunicazione specializzati.

“Tenuto conto che le persone con disabilità sono anche quelle più a rischio durante situazioni di emergenza, qual è quella presente, l’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, anche dietro segnalazioni pervenute dalle associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità, ritiene opportuno che dei punti di seguito esposti sia tenuto conto in sede di diffusione di direttive alle Regioni e alle articolazioni del Sistema Nazionale di Protezione Civile per le aree di focolaio di COVID-19:

  1. Il DPCM 23 febbraio 2020 all’art. 1, comma 1, prevede la sospensione di attività pubbliche e private, con l’eccezione dei servizi essenziali e di pubblica utilità, secondo le modalità e i limiti indicati con provvedimento del Prefetto territorialmente competente. Potrebbero rientrare, tra i servizi essenziali, i cosiddetti Centri diurni per disabili, i quali però a causa della natura delle prestazioni erogate sono caratterizzati da un alto tasso di frequentazione (operatori, familiari e soggetti terzi). Le persone con disabilità, specie intellettive e del neurosviluppo, non sempre sono in grado di assumere comportamenti consapevoli ed idonei ad evitare o ridurre i rischi di contagio. Trattandosi, inoltre, di persone con particolari patologie, correlate alla loro disabilità, rappresentano una popolazione maggiormente esposta al contagio. Ciò premesso, è quindi da valutare se comprendere i Centri diurni nelle aree di focolaio tra le attività soggette a sospensione. Contemporaneamente però si renderebbe necessaria un’azione compensativa di supporto domiciliare per gli utenti dei Centri e i loro familiari, in modo da non far venire meno i servizi di assistenza essenziali.
  2. Lo stato di emergenza comporta l’adozione di misure straordinarie, di “quarantena”, che potrebbero indebolire la rete di assistenza, supporto e protezione destinata alle persone con gravissime disabilità o con forme di non autosufficienza che vivono al proprio domicilio. Fra questi rientrano spesso soggetti con genitori molto anziani, o che vivono in assenza di una adeguata rete di protezione familiare. Tali soggetti, in caso di quarantena, potrebbero avere maggiori difficoltà ad autogestirsi e a seguire le istruzioni delle Autorità. Sarebbe quindi opportuno, nei limiti che la situazione di emergenza consente, assicurare il maggior possibile coordinamento fra le strutture del Sistema Nazionale di Protezione Civile su base locale, le Asl, le strutture di assistenza e le associazioni su base locale, al fine di garantire il censimento, il monitoraggio e il supporto per tali casistiche.
  3. Riteniamo necessaria l’attivazione di canali di comunicazione e di assistenza al cittadino che consentano il superamento delle barriere alla comunicazione. In particolare: i numeri verdi telefonici che sono stati istituiti a livello centrale e regionale non possono essere utilizzati da persone sorde o con ipoacusia. Pertanto andrebbe affiancata una modalità di comunicazione via email per questa categoria di persone. Inoltre andrebbero previste traduzioni delle principali comunicazioni di emergenza in Lingua dei Segni Italiana per consentire l’accesso alle informazioni utili anche ai sordi segnanti.”